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Amato, ‘not fit’ per il Quirinale

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ROMA (WSI) – Negli ultimi tempi segnati dalla crisi cipriota, viene chiamato in causa per il prelievo forzoso imposto sui conti correnti bancari nel 1992, quando fu il premier alla guida di un governo in un periodo di piena crisi per il paese, tra il caos istituzionale post Mani Pulite e la svalutazione della lira, che porto’ alla conseguente uscita dallo SME (Sistema Monetario Europeo).

Giuliano Amato, soprannominato “Dottor Sottile” da Eugenio Scalfari, e’ un giurista costituzionalista, un professore universitario e un uomo politico di centro sinistra noto per le sue capacita’ dialettiche e per le sue strategie del compromesso. E’ presidente dell’Enciclopedia Treccani e della Scuola Sant’Anna di Pisa. Dal 1979 al 1981 ha presieduto l’Ires (il centro studi della Cgil).

PRIMA REPUBBLICA

Ha guidato l’Italia in due occasioni, dal 1992 al 1993 e dal 2000 al 2001. Il 2 giugno 2008 ha pubblicamente annunciato il suo allontanamento definitivo dalla politica italiana, ma continua a partecipare alle riunioni del Club Bilderberg (vedi qui tutti i link su BILDERBERG).

E’ un politico controverso, che i critici reputano vicino ai “poteri forti” della finanza. Viene ricordato in particolare per la sua prima esperienza da primo ministro, durante la quale varo’ una finanziaria durissima (la cosiddetta manovra “lacrime e sangue” da 93 mila miliardi), un atto che da molti viene tuttavia giudicato tra le ragioni della ripresa che segnera’ l’Italia negli anni successivi.

In prima battuta esponente del Partito Socialista Italiano, dopo lo scandalo di Tangentopoli ha aderito all’Ulivo e infine al Partito Democratico. Nel febbraio 2010 viene nominato consulente senior per Deutsche Bank in Italia.

Il soprannome a lui affibiato dal giornalista di La Repubblica fa riferimento al suo presunto ‘acume politico’, unito alla sua gracilita’ fisica. Pur non essendo toccato da nessun avviso di garanzia, e’ stato irrimediabilmente travolto insieme al suo partito e al suo governo dagli eventi storici dei primi Anni 90, tanto che nel 1993 dopo solo un anno di durata dell’esecutivo, gli subentrera’ il futuro presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Secondo numerosi analisti il governo Amato, ottenne pero’ un grande risultato: l’accordo con le parti sociali, fortemente voluto anche da Craxi, per la sospensione della scala mobile.

Sempre ad Amato si deve la riforma del pubblico impiego, tendente ad equiparare i lavoratori pubblici con quelli del settore privato, allo scopo di snellire le procedure burocratiche e le leggendarie lentezze statali con l’introduzione di criteri manageriali all’interno della gestione della cosa pubblica.

SECONDA REPUBBLICA

Il PSI, la Democrazia Cristiana e altri partiti protagonisti della Prima Repubblica vennero travolti dalla bufera legata alle tangenti, tanto da essere in poco tempo cancellati dalla scena politica. Nella fase definita Seconda Repubblica, sopravvive politicamente alla morte del Partito Socialista Italiano, ma non aderisce a nessun partito.

Dopo essere nominato presidente dell’Autorita’ garante della concorrenza e del mercato (Antitrust), dalla fine del 1997 Amato si dedica poi al suo antico amore, l’insegnamento. Per le elezioni politiche del 1994 decide di non candidarsi direttamente, ma guida un gruppo di socialisti e socialdemocratici verso l’aggregazione di centro guidata da Mariotto Segni, il Patto per l’Italia.

Successivamente aderisce alle posizioni del centrosinistra e si avvicina (senza mai parteciparvi) ai Democratici di Sinistra. Nel 1998 viene richiamato al Governo dal premier Massimo D’Alema come ministro delle Riforme Istituzionali. Nel 1999 diviene ministro del Tesoro e del Bilancio. E nel 2000 torna a Palazzo Chigi come Presidente del Consiglio. Dal 2001 al 2006 è senatore dell’Ulivo.

È considerato tra i leader principali dell’intera coalizione di centrosinistra, ha avuto un ruolo importante nell’Ulivo, prima, nell’Unione e quindi nel Partito Democratico. Nel gennaio del 2002 Amato è stato nominato dal Consiglio europeo di Laeken vicepresidente della Convenzione europea, chiamata a disegnare la nuova architettura istituzionale dell’UE. Al termine delle elezioni politiche del 2006 riceve un nuovo mandato parlamentare alla Camera, con l’elezione a deputato nella circoscrizione Toscana.

Si e’ parlato di lui come possibile candidato alla Presidenza della Repubblica gia’ nel dopo Ciampi: il suo nome e’ stato proposto dalla Casa delle Libertà. L’alleanza di centro sinistra (L’Unione) ha pero’ preferito candidare Giorgio Napolitano, che e’ poi stato eletto al Quirinale.

GLI SCANDALI PER MOBBING E PENSIONE D’ORO

Il 17 maggio 2006 viene nominato Ministro dell’interno nel Governo Prodi II. Per mobbing avvenuto al Ministero dell’Interno quando lui era ministro, il Ministero è stato condannato in primo grado a pagare 91.000 euro di danni per aver danneggiato un lavoratore (sentenza 16654 del 16/10/2012).

Dal 23 maggio 2007 è divenuto uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il Partito Democratico che riuniva i leader delle componenti del futuro PD; dopo la costituzione del partito, in quanto ex Presidente del consiglio aderente al partito, è componente di diritto del coordinamento nazionale del Partito Democratico.

Dal 30 settembre 2006 presiede il cosiddetto “Gruppo Amato” (formato da politici europei), ufficialmente chiamato “Comitato d’azione per la democrazia europea” (Action Committee for European Democracy, ACED) supportato dalla Commissione europea che ha inviato due suoi rappresentanti alle riunioni. Il gruppo ha avuto il mandato (non ufficiale) di prospettare una riscrittura della Costituzione europea basata sui criteri che erano emersi durante le consultazioni della Presidenza tedesca con le cancellerie europee. Il risultato è stato presentato il 4 giugno 2007: il nuovo testo presenta e’ diventato un punto di riferimento per i negoziati che hanno portato al Trattato di riforma.

Nel 2011 presiede il Comitato dei Garanti per le celebrazioni del 150º anniversario dell’unità d’Italia. Amato, secondo Il Giornale, riceverebbe una pensione mensile di 31.411 euro lordi, importo imbarazzante, soprattutto vista la sua partecipazione diretta e indiretta alle varie riforme dell’Inps. Nella trasmissione Otto e mezzo del 12 settembre 2011 ha commentato queste ricostruzioni giornalistiche, definendole strumentali.

Amato dichiara di percepire, al netto delle imposte, circa 11.000 euro di pensione, in gran parte derivanti dalla sua attivita’ nell’Antitrust, da sommare agli oltre 5.000 euro di indennita’ parlamentare. Il vitalizio invece viene girato direttamente a una comunita’ di assistenza, secondo Amato. Quindi dallo Stato riceve la pensione, che al netto e’ poco più di 11mila euro, piu’ le indennita’ per le sue attivita’ di parlamentare.

Dopo le elezioni politiche del Febbraio 2013, viene avanzata un’altra volta la sua candidatura a Presidente della Repubblica, che sembra mettere d’accordo la maggioranza delle rappresentanze politiche parlamentari.