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ALLARME STAGFLAZIONE

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*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori e clientela professionale ai sensi dell’allegato n.3 al
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(WSI) –
In Italia è atteso il dato sulla fiducia dei consumatori di febbraio, che potrebbe continuare a scendere, risentendo del rialzo dei prezzi e di un generale clima di sfiducia verso la crescita economica del paese.

Tassi di Interesse: in area Euro i tassi di mercato sono saliti dopo che il rialzo dei prezzi alla produzione tedeschi ha ridotto le attese di un taglio dei tassi da parte della Bce. Intanto in Germania l’IG Metall, principale sindacato del paese, ha concluso l’accordo per i lavoratori del settore siderurgico che otterranno un incremento di salario del 5,2%, alimentando i timori dei membri della Bce di una spirale prezzi salari. Continuano a giungere segnali di rallentamento per la crescita italiana. Gli ordinativi e le vendite industriali di dicembre hanno infatti registrato un forte calo congiunturale che ha interessato soprattutto la componente estera, che ha risentito del rafforzamento della valuta.

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Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita della Francia per il 2008 all’1,5% dal precedente 2%. Oggi non sono attesi dati macro di rilievo, con gli operatori che resteranno in attesa dell’apertura dei mercati d’oltreoceano. L’indice Itraxx crossover ha toccato un nuovo massimo a 593,3 pb, Sul decennale il supporto si colloca a 3,98%, le resistenze a 4,05% e 4,10%.

Negli Usa tassi di mercato in marcato rialzo sulla parte a breve termine, generando un consistente appiattimento della curva. Gli operatori stanno in questo modo prezzando lo scenario percepito di possibile stagflazione (crescita dei prezzi a fronte di rallentamento dell’economia), uno scenario ritornato alla ribalta dopo i dati sui prezzi al consumo di gennaio che hanno evidenziato la continuazione di pressioni inflattive con la variazione tendenziale dell’indice generale che si è avvicinato ai massimi degli ultimi 16 anni.

Allo stesso tempo le minute della Fed delle ultime due riunioni di gennaio, hanno segnalato rischi al ribasso sulla crescita con attenzione però crescente anche sul lato prezzi. Dalle minute è emerso un atteggiamento più favorevole all’ipotesi di rapida cancellazione dei tagli implementati, appena l’economia darà segnali più favorevoli, evento quest’ultimo atteso nel corso del prossimo anno. La Fed cerca in questo modo di non ingenerare negli operatori l’aspettativa di un comportamento simile a quello adottato dopo il 2004 quando, dopo aver mantenuto i tassi all’1% per circa un anno, li riportò in modo solo molto graduale su livelli più elevati.

Le minute hanno anche aggiornato le previsioni della Fed con una revisione al ribasso della crescita del Pil, a fronte invece di una revisione in senso opposto per inflazione e disoccupazione. Nel frattempo le aspettative di inflazione implicite nei Tips Usa a 5 anni hanno raggiunto il livello massimo dallo scorso maggio. Sul comparto decennale l’area di resistenza si sposta in prossimità di 3,90-3,95%, parte alta del canale ribassista in atto da metà 2007.

Valute: Dollaro in apprezzamento verso Euro sulla scia delle indicazioni meno favorevoli sul fronte inflazione Usa. Possibile la continuazione delle oscillazioni in trading range 1,4615-1,4750. Lo Yen continua a mantenersi stabile vs Dollaro, mentre si è invece deprezzato verso Euro, avvicinandosi alla resistenza a 159,50. Il movimento è stato favorito dai rialzi dei listini azionari asiatici nel corso della notte.

Materie Prime: nuovo record del greggio che ieri ha raggiunto i 101,32$/barile su flussi d’acquisto da parte degli hedge e timori legati ad un’eventuale riduzione della produzione da parte dell’Opec. Il rialzo potrebbe essere stato amplificato dal termine degli scambi sul contratto con scadenza a marzo, sostituito da quello di aprile. Oggi molto atteso il dato relativo alla variazione settimanale delle scorte Usa. Il rialzo del greggio ha aumentato i timori di inflazione e l’oro ieri ha messo a segno un nuovo record a 945 $/oncia. Tra i metalli industriali debole il rame (-0,5%). Forte rialzo per il piombo (+4,2%) ai massimi da metà novembre su timori di scorte insufficienti a soddisfare la domanda. Tra gli agricoli in calo il grano (-1,5%) sulla speculazione di aumento della produzione globale nel 2008.

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