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Allarme posta elettronica: in Italia spiata una su 20

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Roma – “La posta elettronica? Il sistema più insicuro per comunicare. Di peggio c’è solo una conferenza pubblica. La casella mail contiene tutto il nostro traffico. E il provider che garantisce il servizio, spesso, conserva anche quello che pensiamo di aver cancellato”. Parola di Fabio Ghioni esperto informatico ed ex hacker, che lavorava per Telecom.

Per questo appare incredibile che il capo della Cia e il futuro comandante della Nato, generali americani di lungo corso, abbiano alimentato le loro scappatelle via posta elettronica. Non solo: David Petraeus ha usato un sistema anti intercettazioni da dilettante. Lui e l’amante, Paula Broadwell, avevano lo stesso account di posta con relativa password e si scambiavano i messaggi lasciandoli nella cartella delle bozze. Un ostacolo banale per l’anonimo agente dell’Fbi, amico di Jill Kelley, la terza donna dello scandalo, che ha scatenato l’inchiesta.

Ufficialmente in Italia solo l’autorità giudiziaria può ordinare l’intercettazione della posta elettronica. Le mail sotto controllo, secondo le stime degli addetti ai lavori, sono appena il 5% delle intercettazioni telefoniche.

In realtà, però, siamo tutti a rischio. Su internet gli esperti lo scrivono chiaramente: “Non è raro che in seguito ad attacchi di virus o trojan, anche esterni al vostro Pc ma eseguiti da un server dove avete inconsapevolmente lasciato i dati, portino degli sconosciuti a entrare in possesso delle credenziali per accedere alla vostra posta elettronica”. Non solo: “Da un po’ di tempo, sono nati servizi anche gratuiti che vi permettono di sapere se il vostro indirizzo email è stato intercettato e posseduto da sconosciuti”.

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