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ALLA VIGILIA DELLA SECONDA “GAMBA” DEL RALLY?

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*Maurizio Milano e’ il responsabile dell’Analisi Tecnica Gruppo Banca Sella. Questo documento e’ stato preparato da Gruppo Banca Sella ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come definiti nell’art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

 

(WSI) – I mercati azionari archiviano la quinta settimana consecutiva di sostenuti rialzi, come non capitava più dalla scorsa estate. Dai minimi del 6-9 marzo, i rimbalzi messi a segno dai principali indici azionari mondiali sono ormai superiori al 25%, con picchi di alcuni indici, come l’italiano S&PMib, attorno al +40%. Gli strappi rialzisti sul finire di ottava, per di più alla vigilia del week-end lungo delle festività pasquali, confermano la grande forza del mercato e la paura di rimanere fuori da un rally che si preannuncia come tra i più interessanti degli ultimi anni. Anche la forte discesa della volatilità implicita, col Vix sotto quota 40 ed al di sotto del Vxn, segnala il crescente ottimismo degli operatori, un graduale ritorno alla situazione precedente al fallimento Lehman all’origine dell’avvitamento delle Borse mondiali lo scorso settembre.

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I rialzi da record dei settori che erano stati più penalizzati, come l’auto ed il bancario (negli Usa rispettivamente +114% e +104% dai minimi) confermano il miglioramento del quadro tecnico, almeno in ottica tattica. I minimi di inizio marzo sono pertanto da intendersi come “il” minimo del bear market, oppure ci sono rischi di vedere livelli ancora più bassi? L’analisi grafica non consente, purtroppo, di escludere con certezza nuove ondate di vendite in futuro. Il rimbalzo in corso, per il momento, si configura come un semplice bear market rally, seppur molto forte: potremmo assistere ad ulteriori recuperi, dai livelli correnti, di un altro +30-35% pur rimanendo in un mercato orso. Il rimbalzo in corso dai minimi di marzo si configura ancora come un semplice movimento di pull-back verso i livelli di fine settembre 2008, da cui era partito il crash di ottobre-novembre. Solo il superamento di tali livelli chiave di resistenza consentirà poi di dire che l’orso è davvero morto. Al momento l’ottimismo in ottica tattica si inserisce ancora in un quadro tecnico fragile ed incerto in ottica strategica. Il che non significa che il comportamento più adeguato sia una sorta di “media aritmetica” dei due scenari, che si tradurrebbe in una neutralità. A breve, per le prossime settimane e forse anche per i prossimi mesi, ci sono le condizioni per rialzi marcati: al raggiungimento degli obiettivi sarà però opportuno tener conto del quadro tecnico più ampio e prendere beneficio degli utili realizzati. Per il momento il rimbalzo si auto-alimenta, perché prezzi via via crescenti “costringono” man mano i gestori anche più prudenti a ridurre la sottoesposizione rispetto al benchmark di riferimento ed a comprare, in una sorta di panic buying.

Fino a quando? Non è possibile indicare un limite di tempo, ma è ragionevole pensare che i livelli di fine settembre rappresenteranno un muro difficilmente superabile dal mercato per molti mesi a venire. Se però da quei livelli le prese di beneficio non riporteranno gli indici al di sotto dei prezzi correnti (prezzi del 9-10 aprile, corrispondenti alla prima “gamba” del rally), potremo poi affermare che i minimi di inizio marzo sono da considerarsi davvero come “il” minimo del mercato azionario. Il punto di fondo della borsa è probabile che si trovi in mezzo a due “eventi”, uno di natura finanziaria e l’altro di natura economica. Il primo è la certezza che il sistema finanziario tiene, che il circuito del credito è in via di ripresa: fino a quando questa condizione non è soddisfatta, ogni ripresa borsistica rimane velleitaria. Il secondo riguarda l’economia reale: le Borse anticipano di diversi mesi i minimi del ciclo economico e per di più i dati su cui ragionano gli economisti arrivano in ritardo; ciò significa che un contesto economico in ulteriore deterioramento non è per nulla incompatibile con una ripresa delle Borse, anzi ne sarebbe “paradossalmente” una conferma. Un miglioramento del quadro finanziario con un peggioramento del quadro economico sarebbe perciò lo scenario “ideale” – per quanto questo ragionamento vada contro il senso comune – in cui riprendere gli investimenti azionari. Purtroppo al momento siamo solo certi del deterioramento del quadro economico e non ancora della guarigione definitiva del sistema finanziario.

Per mantenere un’impostazione tonica gli indici azionari Usa devono mantenersi sopra i seguenti supporti: 1550 per il Nasdaq Composite, 7500 per il Dow Jones Industrial, 800/15 per l’S&P500. La conferma del superamento delle resistenze in fase di test, rispettivamente 1650, 8000/300 e 845 segnalerà l’avvio di una seconda “gamba” del rally, con primo obiettivo importante 1900, 9650/800 e 935/45, rispettivamente.

Se proseguirà il rally nelle prossime settimane, è probabile che sarà accompagnato da prese di beneficio sul comparto obbligazionario. Sul decennale, sia in Europa che negli Usa, poteremmo assistere ad un calo dei corsi obbligazionari di un 2-3% dai livelli correnti, e tale flusso in uscita potrebbe alimentare il rimbalzo azionario. Correzioni più marcate sono poco probabili, visto il supporto ai corsi fornito dalle politiche di quantitative easing perseguite dalle principali Banche centrali.

A livello valutario, per le prossime settimane il dollaro dovrebbe rimanere in una situazione di lateralità, con volatilità comunque elevata (contro euro nell’intervallo 1,2700 – 1,3750). Contro yen l’apprezzamento del dollaro incontra una forte resistenza a 103,75-104.

Sul fronte petrolio/commodities, è probabile che la fase di stabilizzazione/moderata positività in essere da fine dicembre – che interrompe una forte discesa iniziata dai picchi di metà luglio 2008 – prosegua anche per le prossime settimane. Apprezzamenti marcati del petrolio (prezzo corrente crude: 52; forte resistenza a 55) e delle altre materie prime (prezzo corrente indice CRB: 228; resistenza 246) scatterebbero solo nel caso prosegua il rally dell’azionario. Per l’oro (prezzo corrente oro spot 881) è probabile prosegua la fase di stabilizzazione, con possibili ripiegamenti verso 845 ed estensioni verso il supporto critico ad 800. Nuovo segnale di forza solo sopra 960 (poco probabile).

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