
L’Unione europea rischia una gravissima crisi politica ai suoi vertici. A essere coinvolto sarebbe il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. Tutto muove da un nome, quello del 47enne Martin Selmay, che fino a febbraio era il capo di gabinetto dello stesso Juncker.
Rasputin, Mazarino, Principe della notte, il Frank Underwood europeo: Selmayr viene ribattezzato in vari modi e considerato il tanto potere che è riuscito a ottenere i più maligni lo indicano addirittura come il burattinaio di Juncker. Ma perché tutto questo interesse per l’uomo nuovo della UE?
A febbraio, in meno di dieci minuti, Selmayr ha compiuto il balzo più formidabile della propria carriera, dopo che il collegio dei commissari lo ha nominato vice-segretario generale della Commissione. Subito dopo Juncker ha annunciato che il segretario generale, Alexander Italianer, andrà in pensione in anticipo e ha quindi lanciato un appello per nominare immediatamente al suo posto Selmayr.
Ecco allora che Selmayr ha acquisito in un solo colpo i requisiti per l’incarico nel posto più alto della gerarchia europea. Una nomina impacchettata a regola d’arte, che ha lasciato letteralmente basiti gli altri commissari che non ne sapevano nulla. Ma ben presto il fatto è andato in pasto ai giornali, tra cui Libération, che contesta il mancato rispetto delle regole.
Dal canto suo la Commissione europea difende la nomina di Selmayr e anche Juncker fa scudo intorno al suo delfino 47enne, annunciando le proprie dimissioni se Selmayr sarà mandato via. Oggi il caso arriva a Strasburgo, con la commissione per il controllo del Bilancio chiamata a votare una risoluzione che parla di azione golpista da parte di Juncker.
La partita è aperta e, rischiano di aprire un solco divisivo tra gli Stati membri principali dell’UE, potrebbe compromettere i piani di maggiore integrazione europea.