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A CORTO DI CASH IL 74% DI AZIENDE .COM

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Numerose societa’ della Rete si trovano a corto di liquidita’ o lo saranno presto, e cercheranno di raccoglierli emettendo titoli azionari o obbligazionari. Ma molte non riusciranno nel loro intento e saranno costrette a vendere alla concorrenza o a chiudere l’attivita’.

E’ questo il risultato di un recente studio condotto per la rivista finanziaria Barron’s da Pegasus Research International. Secondo il rapporto, risulta che entro i prossimi dodici mesi almeno 51 societa’ dell’Internet finiranno i finanziamenti. Cio’ significa un quarto delle 207 societa’ prese in considerazione dallo studio, tra cui CDNow, Secure Computing, drkoop.com, Medscape, Infonautics, Intraware e Peapod.

Nel considerare la situazione finanziaria delle societa’, Pegasus ha mantenuto per ciascuna lo stesso tasso di entrate e di spese dell’ultimo trimestre dello scorso anno e, sebbene questo sistema non garantisce un’accurata previsione della performance futura, puo’ comunque fornire l’idea di una tendenza generale.

Le 371 societa’ dell’Internet quotate sulle borse americane sono cresciute al punto da essere valutate collettivamente 1.300 miliardi di dollari, pari all’8% dell’intero mercato azionario statunitense.

Qualsiasi problema finanziario di queste societa’ avrebbe forti ripercussioni sulla miriade di aziende che forniscono loro apparecchiature e servizi, compresi i giganti Cisco Systems e Intel.

Un pesante flessione dei loro titoli avrebbe comunque un effetto negativo sul mercato in generale e sulla fiducia dei consumatori: creerebbe cioe’ per tutti gli investitori americani che hanno puntato sull’high-tech la sensazione di essere meno ricchi. La conseguenza di una riduzione delle spese al consumo in ogni settore risulterebbe allora piu’ che una mera possibilita’.

Nello studio Pegasus, ben il 74% delle societa’ Internet ha un cash flow negativo e per molte manca realisticamente la possibilita’ di profitti a breve termine. E non solo tra le aziende minori: Amazon.com avrebbe ancora 10 mesi di liquidi disponibili.

Utilizzando i dati finaziari disponibili, Pegasus non ha tenuto conto dei 690 milioni di dollari che Amazon.com ha raccolto con l’emissione di obbligazioni convertibili, ma anche tenendo conto di quelle, i fondi durerebbero 21 mesi, e nuova liquidita’ sara’ difficile da raccogliere se le spese operative di Amazon.com continueranno a crescere e il prezzo delle azioni a scendere.

Amazon.com, ad esempio, e’ trattata attorno a 65 dollari, contro il massimo raggiunto di 113 dollari; cosi’ come Internet Capital Group, a 117 dollari e’ in grosso ribasso rispetto ai 212 raggiunti e Eloan e’ passata da 74 a 10 dollari.

Pilot Network Services, era quasi all’asciutto quando e’ riuscita ad ottenere un investimento di 15 milioni di dollari da Primus Telecommunications contro il 6% di partecipazione azionaria, ma questa infusione di liquidi bastera’ solo 10 mesi; e VerticalNet ha dovuto rivolgersi a Microsoft per 100 milioni di investimenti contro la partecipazione del 2%.

Al di la’ degli esempi singoli, il quadro generale non e’ meglio: il Dow Jones Internet Commerce Index, per esempio, e’ gia’ calato del 25% dai massimi dell’aprile scorso.

Non tutte le societa’ dell’Internet, pero’ sono cosi’ fortunate; CDNow, ad esempio, ha accettato un take over di 300 milioni di dollari da parte di Columbia House, ma quest’ultima non ha generato liquidi a sufficienza per far funzionare la fusione e CDNow ha ora l’autonomia di un solo mese, con il titolo a 6 e ¾ in ribasso dell’80% rispetto ai massimi.

Le societa’ della Rete trovano difficile anche l’emissione di titoli convertibili, poiche’ chi investe in questo tipo di strumenti finaziari, e’ attratto dalla possibilita’ dell’aumento di prezzo del titolo e quindi dal profitto che otterrebbero al momento della conversione del titolo in azione.

“Le porte del mercato dei convertibili si stanno chiudendo per le societa’ dell’Internet”, commenta Ravi Suria di Lehman Brothers. Infatti E*Trade, Amazon.com e Ameritrade hanno dovuto offrire alti interessi e in termini molto generosi pur di poter vendere le loro azioni convertibili.

L’allontanamento degli investitori dai titoli Internet e’ prevalente quando il piano di gestione dipende esclusivamente dalla vendita di prodotti al pubblico, poiche’ sia gli investitori che i capitalisti di ventura sono scettici rispetto al potenziale guadagno.

Per quanto riguarda invece le societa’ business-to-business dell’Internet, invece non dovrebbero esserci problemi, in quanto il settore sembra essere tra i preferiti.

PurchasePro, ad esempio, ha solo 10,2 mesi di liquidita’ rimanente, ma il titolo e’ in salita; recentemente ha raggiunto quota 175 dollari, il 2000% in piu’ rispetto al prezzo inizale di 8 dollari dello scorso settembre.

Non si esclude, pero’ che anche le B2B possano registrare un’inversione di tendenza.

Dall’inizio dell’anno 38 societa’ dell’Internet hanno raccolto 16 milioni di dollari di capitale attraverso offerte secondarie; un aumento di 5 volte il numero di offerte secondarie dello stesso periodo dell’anno scorso, con un alto volume di azioni provenienti da insider.

Il che non va certamente a vantaggio per la societa’, in quanto il denaro raccolto dalla vendita va direttamente nelle tasche dell’azionista, non in quello dell’azienda. Soprattutto nel momento in cui la societa’ sta ancora riportando perdite, le vendite di insider sottraggono capitale e diminuiscono quindi la possibilita’ di sopravvivenza della societa’.

Per quest’anno, secondo CommScan, nei 2/3 delle offerte secondarie di societa’ dell’Internet, il 25% o piu’ delle azioni sono state vendute da insider, contro ¼ delle vendite non riguardanti societa’ dell’Internet.

L’investimento nell’Internet e’ stato mantenuto finora dal flusso di capitali dai titoli della vecchia a quelli della nuova economia, ma lo scivolone del Nasdaq della scorsa settimana e la ripresa del Dow Jones potrebbero segnalare un cambiamento di tendenza.

Anche per le grandi societa’ la liquidita’ e’ un problema all’orizzonte:

Le societa’ di piu’ ampia dimensione tra quelle dell’Internet hanno a disposizione piu’ liquidita’ e una facilita’ maggiore a raccoglierne altra. Amazon.com, ad esempio ha ottenuto fondi dall’offerta di titoli convertibili, assicurandosi vari anni di autonomia;, e VerticalNet ha venduto una partecipazione a Microsoft per 100 milioni di dollari; ma anche queste societa’ potrebbero trovare difficolta’ a raccogliere liquidi se le loro perdite operative dovessero aumentare.

Valore di mercato* Classifica di
Societa’ (milioni) esaurimento liquidi

Ariba $24,332.1 143

Exodus Comm 24,111.0 181

Akamai Tech 23,609.2 117

Amazon.com 23,423.8 45

Inktomi 14,863.0 186

Commerce One 14,698.9 122

Vignette 13,504.0 202

InterNAP Ntwk Svs 13,0599 130

Vitria Technology 11,640.4 163

Phone.com 9,021.2 195

Priceline.com 8,108.4 139

Healtheon 8,080.5 30

DoubleClick 8,000.3 203

VerticalNet 7,688.8 5

Ventro 7,377.8 79

Digital Island 7,029.9 11

E*Trade 6,095.6 158

E.piphany 6,049.1 135

HomeStore.com 5,105.5 69

China.com 5,071.0 141

*al 29 febbraio

Source: Pegasus Research International LLC