Economia

Petrolio, Opec smorza timori su effetto Iran

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ROMA (WSI) – Dura poco l’effetto Opec sui prezzi del petrolio che, dopo una iniziale fase rialzista, mostrano un certo nervosismo, sia a New York che a Londra.

Il segretario generale dell’Opec Abdullah El-Badri ha affermato che i prezzi segneranno una ripresa portandosi a un livello “moderato”, anche se l’Iran non si unirà alla eventuale decisione di altri produttori di congelare la produzione. Attesa a questo punto per il meeting, in calendario il prossimo 17 aprile in Qatar, a cui sono stati invitati tutti i membri dell’Opec, con la richiesta di congelare l’output ai livelli di gennaio, così come è stato proposto a Doha.

El-Badri ha affermato che l’Iran ha posto alcune “condizioni” sul livello della propria offerta e a questo punto spetterà a Teheran decidere se partecipare o meno all’accordo, o anche di parteciparvi in un momento successivo.

A seguito della rimozione delle sanzioni, l’Iran ha tutta l’intenzione di aumentare le proprie esportazioni per poter riconquistare le quote di mercato e recuperare il tempo perso negli ultimi anni. Tuttavia il segretario generale dell’Opec non ha escluso che anche il paese possa, sebbene più tardi, partecipare allo sforzo congiunto degli altri membri dell’Opec per risollevare le quotazioni del petrolio.

In una conferenza stampa che si è tenuta a Vienna, al-Badri si è così espresso:

“Spero che i risultati della riunione saranno positivi. (L’Iran) non è contrario al meeting ma ha alcune condizioni da porre per la produzione e forse, in futuro, parteciperà al gruppo”.

El Badri ha aggiunto di sperare che i prezzi salgano, e che abbiano toccato il fondo: “i prezzi stanno salendo e spero che questo trend continui. Non prevedo che le quotazioni saliranno a livelli elevati, ma penso che avanzeranno a livelli moderati”.

Detto questo, “al momento, il solo problema che intravedo è l’eccesso di scorte, che viaggiano al di sopra della media degli ultimi cinque anni, a un valore di 300 milioni di barili”.

Da segnalare che i volumi complessivi scambiati sul New York Mercantile Exchange (Nymex, piattaforma in cui vengono scambiati i contratti sul WTI crude) sono inferiori di ben il 32% rispetto alla media degli ultimi 100 giorni.