Economia

Tria fermo: deficit all’1,6% tassando le grandi aziende

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Continua la battaglia all’interno del governo, in vista dalla legge di bilancio, sul tetto del deficit/Pil. Mentre iniziano oggi i lavori dei ministri Luigi Di Maio e Matteo Salvini con il premier Giuseppe Conte per stabilire con quante risorse finanziare ogni singola misura in vista della manovra autunnale, indiscrezioni stampa riportate dal Corriere rivelano che Giovanni Tria, il ministro dell’Economia, resta convinto che il deficit per il 2019 dovrà essere all’1,6% del prodotto lordo (Pil).

Tria resta convinto che questo sia l’obiettivo adatto

“permetterebbe di erodere un po’ il deficit «strutturale», lo zoccolo duro della posizione di bilancio, garantirebbe un calo sostanziale del debito; ma non imporrebbe una vera stretta adesso che l’economia sta chiaramente rallentando. Anche il premier Giuseppe Conte sarebbe acquisito a questa prospettiva” si legge nell’articolo.

In buona sostanza, riporta il quotidiano:

“il deficit delle amministrazioni pubbliche per il 2019 può raddoppiare rispetto agli impegni ereditati dal suo predecessore Pier Carlo Padoan, ma non di più. Non ci sarà finanziamento delle misure promesse da Lega e Movimento 5 Stelle generando ulteriore debito”.

Positiva la reazione sul mercato del reddito fisso italiano. In avvio di settimana lo Spread tra Btp e Bund segna una flessione sotto i 230 punti base, toccando i minimi di seduta di 225,20. Il rendimento del titolo decennale italiano è al 2,91% mentre quello a due anni scende di quasi 9 punti base allo 0,77%.

Tornando alla manovra, come far quadrare i conti di fronte alle promesse fatte da Lega e M5S al loro elettorato, tra cui reddito di cittadinanza e l’adeguamento a 780 euro delle pensioni minime per citarne alcune? Secondo i calcoli del Corriere, “i risparmi o le entrate supplementari per far quadrare i conti dovranno essere in totale di almeno 15 miliardi di euro”.

Di qui la proposta avanzata da alcuni esponenti del governo “di colpire con nuove tasse le grandi aziende — banche o servizi di rete — perché questa sembra una scelta più funzionale ai sondaggi d’opinione”.

Intanto, il vicepremier Luigi Di Maio nega ci siano tensioni per la messa a punto della manovra. E spiega: “la prima misura, insieme alle infrastrutture, è sicuramente il reddito di cittadinanza”.

Poi rivolto alla Lega dice:

“la condizione che abbiamo posto è che la flat tax non aiuti i ricchi, ma la classe media e le persone più disagiate”.

Matteo Salvini dal canto suo, parlando del reddito di cittadinanza, spiega:

“in Italia c’è gente che ne ha bisogno, ma è importante che non sia un reddito fatto per stare a casa e guardare la televisione”.