Economia

Usa: fine shutdown, democratici accettano il compromesso

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Al terzo giorno di blocco delle attività federali non essenziali, ieri repubblicani e democratici trovano l’accordo per per archiviare lo “shutdown” e riaprire il governo americano.

Sono tornati così al lavoro i 692 mila dipendenti pubblici, un terzo del totale, che erano stati messi in congedo temporaneo dalla mezzanotte di venerdì 19 gennaio. Riaprono gli uffici federali, i parchi nazionali, i musei, i monumenti e anche la Statua della Libertà a New York.

L’accordo è arrivato dopo  sessanta ore di discussioni ed è stato raggiunto solo con l’impegno principale di tornare a discutere entro l’8 febbraio una sanatoria per i “Dreamers”,  immigrati entrati illegalmente negli Usa da minori le cui sorti erano legate al DACA, il programma voluto da Barack Obama ma che Trump ha cancellato senza che vi fosse una alternativa.

E’ questa la posta in gioco per i democratici, irremovibili fino alla fine. Ma la fragilità dell’accordo che tante critiche ha sollevato proprio in casa democratica, è stata ben riassunta ed esplicata da Trump che ha commentanto con un “faremo un accordo di lungo termine sull’immigrazione se e solo se sarà un bene per il nostro Paese”.