Economia

Euro, Schaeuble: fondo Salva Stati sarà il nostro Fmi

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Per quanti abbiano la capacità filtrare i messaggi fra le righe, l’intervista al ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, pubblicata da La Repubblica giovedì, rivela con chiarezza la visione di prospettiva sul futuro dell’area euro. Un futuro sicuramente incerto, anche se l’elezione di Emmanuel Macron sembra preannunciare convergenze più agevoli fra Parigi e Berlino: sempre nel segno del rigore.

La priorità dell’Eurozona, secondo Schaeuble, è quella di raggiungere “una convergenza adeguata delle politiche economiche e finanziarie” , fatto che si traduce nel “migliorare nei Paesi dove mancano le riforme strutturali e la competitività”. E l’unione fiscale? Il progetto degli eurobond e della mutualizzazione del debito?L’Unione bancaria con il deposito comune? Il messaggio del ministro divenuto simbolo dell’austerità è chiaro: “Prima di mettere i rischi in comune, dobbiamo ridurli”.

Un modo per riuscire a promuovere le riforme necessarie a conquistare maggiore competitività sarebbe quella di istituire un ministro europeo con possibilità di intervento diretto sui bilanci nazionali. Quest’idea, ha confermato Schaeuble, è di suo gradimento: senza il potere di intervento un ministro di questo tipo “non ha senso”, fatto sul quale anche Macron la pensa “esattamente allo stesso modo”, anche se “bisognerebbe cambiare i Trattati europei”. Il realismo, però, non manca al ministro tedesco, ben consapevole che le “modifiche dei Trattati richiedono l’unanimità e la ratifica nei Parlamenti nazionali o in alcuni Paesi addirittura un referendum”.

E “siccome al momento non è realistico”, ha affermato Schaeuble, “dobbiamo provare ad andare avanti con gli strumenti esistenti, dunque attraverso uno sviluppo del trattato che regola il fondo salva- Stati Esm”. Il ministro di Angela Merkel ha affermato che con Macron si è già parlato di “creare un Parlamento dell’ Eurozona” che “potrebbe avere un potere consultivo sul fondo salva-Stati”; quest’ultimo diverrebbe una sorta di Fondo Monetario Europeo che controlla sui conti pubblici in modo più rigido della Commissione Ue.

Altre affermazioni-chiave hanno riguardato il mondo bancario: “Credo che il fondo salva-Stati Esm dovrebbe aiutare Paesi in difficoltà, ma penso anche che i titoli di Stato dovrebbero avere implicita, sin dall’emissione, la possibilità di una ristrutturazione. E un’altra cosa che va fatta, con cautela, è riconoscere la non neutralità dei titoli di Stato. So che è un tema spinoso. E penso anche che le regole per la ristrutturazione delle banche vadano applicate”.

Schaeuble ha poi ribaltato il concetto di austerità e depressione associato al suo nome affermando di essere “il simbolo della crescita”, che adesso è ovunque in Europa. E, alla domanda nella quale gli si chiedeva perché non favorisce la crescita della domanda interna tedesca per bilanciare gli squilibri dell’Eurozona e il massiccio surplus tedesco, il ministro ha ribattuto che quest’ultimo non potrà essere risolto “se ci indeboliamo noi: sono gli altri che si devono rafforzare”.

L’Italia di Renzi secondo Schaeuble ha rispettato il percorso corretto. Ma allora perché cresce ancora così poco dopo anni di stagnazione? “Non lo so”, ha risposto il ministro, “temo che l’ Italia soffra della fase attuale di incertezza politica. Spero sia rapidamente superata”.

Il fondo ESM, pensato in principio come fondo garante della stabilità finanziaria nell’area euro, si sta trasformando in un alter ego del Fondo Monetario Internazionale, ossia in un organo dotato di un consiglio di governatori (rappresentanti dei paesi dell’area euro) e di un CdA, che ha il potere di imporre scelte di politica macro economica ai suoi Stati membri. Il fondo, regolato dalla giurisdizione internazionale, ha una capacità superiore ai 650 miliardi di euro e potrà prestarne al massimo 500: non saranno sufficienti per salvare un paese grande come l’Italia o la Francia. L’Italia versa 17 miliardi al fondo e ne deve garantire 125.