Economia

Savona confema: “Nessun piano B per uscire dall’euro”

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Dopo le rassicurazioni del ministro dell’economia Giovanni Tria, anche Paolo Savona, ministro per gli Affari europei, conferma che non esiste nessun piano B per uscire dall’euro. Le dichiarazioni, che spazzano via i dubbi sulle intenzioni del governo Conte, sono arrivate ieri in occasione della presentazione della sua autobiografia nella sede dell’associazione della stampa estera a Roma.

Non esiste piano B, mai chiesto di uscire dall’euro afferma il ministro per gli Affari europei, aggiungendo che. “Se vuoi un mercato unico devi avere una moneta unica”. Tuttavia “la costruzione della moneta unica è limitata e una costruzione va perfezionata”.

Il ministro si sofferma poi sul mandato della Bce e sulla necessità di “avere uno statuto come le altre grandi banche centrali come la Federal Reserve”. Oggi l’euro è “una moneta forte, però mandiamo Draghi zoppo perché non può incidere sui cambi”, invece “poter intervenire sui cambi è fondamentale”. “Io – aggiunge – sono un tecnico e il tecnico deve indicare soluzioni tecniche alla politica”.

Savona osserva inoltre:

C’è un vincolo europeo (tetto 3% deficit/Pil) che dobbiamo rispettare ma abbiamo anche un mandato dagli elettori e quindi dobbiamo trovare una conciliazione. La mia idea è che sia l’Europa a trovare una soluzione se non vuole incappare in un problema al voto del 2019″.

Savona ha poi confermato di essere d’accordo con il collega dell’Economia Giovannni Tria e che il punto “sono gli investimenti”.

Infine sul tema dell’Europa, ai cronisti che gli chiedono se deve rassicurare i partner, risponde: “È la stampa che deve rassicurare l’Europa, non io. Il problema lo avete creato voi…“.

Savona ha infine chiarito che “al momento opportuno risponderà punto per punto alle questioni” sollevate nelle scorse settimane circa le sue idee e di aderire alla posizione del governo cui appartiene.

Positiva la reazione dei mercati. Lo spread tra Btp e Bund è in lieve calo in avvio di giornata a 232 punti base rispetto ai 235 di ieri. Il rendimento del titolo decennale italiano scende al 2,79%.