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Nato: Russia vuole fare fuori Merkel

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Fatta cadere lei, hai fatto cadere l’Eurozona. Stiamo parlando della leader indiscussa d’Europa, Angela Merkel. Ebbene, secondo la Nato la Russia starebbe cercando di trovare un modo per facilitare la fine dell’era della Cancelliera di Germania – al potere da più di dieci anni – e quale miglior modo di farlo se non rinfocolando la crisi dei rifugiati nel continente e sopratutto all’interno della locomotiva del continente.

È il parere espresso all’Observer da un alto funzionario delle Comunicazioni della Nato. Jānis Sārts, direttore della Strategic Communications Centre of Excellence, con sede a Riga, in Lettonia, ha detto che Mosca ha creato una rete di comunicazioni e contatti in Germania su cui esercitare il controllo per alimentare la rabbia e scatenare rivolte politiche contro la Cancelliera e il suo governo.

La Russia, ha detto a Daniel Boffey, “sta istituendo una rete che può essere controllata. Possono servirsene e l’hanno già fatto in Germania per colpire in modo molto serio iniziative politiche approfittando di un problema legittimo come quello dei rifugiati”.

Non va dimenticato, ricorda l’esperto di comunicazione politica, che Angela Merkel è stata sempre una delle personalità europee a spingere per imporre sanzioni contro la Russia. L’Italia di Renzi, per fare un confronto, dal 2016 ha espresso la sua contrarietà. Quello del Cremlino non è solo un attacco per vendicarsi – un comportamento del genere non presenterebbe particolari problemi o anomalie, secondo Sārts – il fatto è che “stanno verificando se riescono ad approfittare della situazione di crisi per accelerare il cambiamento politico in Germania“.

“Vogliono vedere se con la loro influenza riescono – in un paese così grande con pochi punti vulnerabili in tempi e condizioni normali – a creare le circostanze per portare a un cambio al vertice”.

Secondo il funzionario della Nato stanno usando “social media, commentatori russi e altri esperti per cercare di fare breccia nelle falle pre esistenti. Come per esempio sfruttando la narrativa di estrema destra“.

Oltre che in Ucraina, dove nell’est dell’ex Repubblica sovietica è tuttora in corso una guerra civile tra i ribelli filo russi e le forze pro europee governative, la Germania di Merkel e la Russia di Vladimir Putin sono ai ferri corti in Siria. Dopo l’intervento di Putin nel paese, nell’ambito di una guerra per procura internazionale, l’Europa diplomatica si trova a un punto morto in Siria.

Il Cremlino, almeno ufficialmente, non vuole vedere andarsene il suo ultimo grande alleato nel Medioriente, Bashar al-Assad, mentre i leader europei e gli Stati Uniti hanno posto come condizione per una Siria pacifica e unita, la sua dipartita.

Fonte: Observer, The Guardian