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Ico, la Corea ci ripensa

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A cura di Matteo Oddi

Il Parlamento della della Corea del Sud, l’Assemblea nazionale di Seul, ha formulato una raccomandazione ufficiale per consentire nuovamente il lancio delle ICO (initial coin offering, raccolte fondi tramite emissione di criptovaluta) nel paese, dopo il divieto imposto a settembre, introdotto per mettere un freno agli speculatori.

La nuova proposta si focalizza sull’adozione di forti disposizioni di tutela degli investitori e di un miglioramento della trasparenza nel trading di criptovalute.

La notizia è stata riportata dal portale Business Korea, secondo cui una commissione parlamentare ha prima condotto uno studio sull’andamento del settore negli ultimi sei mesi e poi ha accusato il governo di trascurare il suo dovere e di non offrire risposte adeguate all’espansione dell’applicazione della blockchain, che è stato selezionato come argomento centrale nel settore del processo di riforma nel paese.

“Le istituzioni coreane segnano un precedente significativo. Il lavoro di pressione sui legislatori rappresenta una testimonianza importante della rapida maturazione dell’industria della blockchain, divenuto un campo di contesa internazionale per assicurarsi i talenti migliori di un settore in via di sviluppo”, suggerisce Anatoliy Knyazev di Exante.

In effetti negli otto mesi che avevano seguito il ban alle ICO la Corea del Sud, uno dei mercati principali per il comparto delle criptovalute, aveva subito un esodo di startup blockchain verso lidi piĂą crypto-friendly, come Singapore o la Svizzera.

In Corea sembra quindi migliorare lo scenario dal punto di vista della regulation, forse non a caso dopo la nomina tre settimana fa di Yoon Suk-heun a capo della Consob locale, che il giorno prima di assumere la carica ha annunciato posizioni piĂą morbide nei confronti delle criptovalute.