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Giordania contro Turchia. “Esporta terroristi in Europa”. Asse con Russia?

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ROMA (WSI) – L’accusa è arrivata direttamente dal re Abdullah di Giordania: la Turchia, a suo avviso, sta esportando deliberatamente terroristi legati all’Isis in Europa. Le dichiarazioni del monarca sono state rilasciate in occasione di una riunione con alcuni membri del Congresso Usa, rimasta fino a pochi giorni fa segreta.

Senza fare tanti giri di parole, il re ha detto che gli jihadisti sono “creati in Turchia”, per poi essere “rilasciati” in Europa. Ai politici americani, è stata ricordata inoltre la complicità – neanche troppo segreta – che legherebbe la Turchia all’ISIS, con Ankara che acquisterebbe petrolio dai militanti dello Stato Islamico.

Sullo sfondo circolano indiscrezioni su un asse sempre più solido tra la Giordania e la Russia di Vladimir Putin: sarebbe stato tra l’altro proprio il re a informare Putin sul traffico del petrolio dell’Isis acquistato dalla Turchia, in un incontro privato. Non solo: a gennaio, Giordania e Russia avrebbero siglato un patto per lo scambio di informazioni di intelligence sullo Stato Islamico. Così si è espresso il re Abdullah nell’incontro con i membri del Congresso americano:

“Il fatto che i terroristi si stiano recando in Europa fa parte della politica della Turchia”, anche perchè il presidente turco Tayyip Erdogan ritiene che “la soluzione per la regione (del Medio Oriente) sia quella dell’Islam radicale“. Di fatto, la “Turchia cerca una soluzione religiosa per la Siria, mentre noi siamo a favore di elementi moderati nel sud e la Giordania ha fatto pressioni su una terza opzione, che non permetterebbe l’adozione di una opzione religiosa”.

Il meeting segreto tra il re giordano e i membri del Congresso Usa si sarebbe svolto l’11 gennaio, ma i dettagli sulle opinioni rilasciate sono emersi solo qualche giorno fa, riportati da Middle East Eye.

Alla domanda di un membro del Congresso Usa, secondo cui l’Isis starebbe esportando petrolio in Turchia, Abdullah ha risposto: “Sicuramente”. E la Turchia non si sarebbe certo limitata a fornire aiuti ai gruppi religiosi in Siria, secondo il monarca, in quanto tuttora starebbe permettendo ai foreign fighters di entrare nel paese. Erdogan starebbe poi aiutando le milizie dello Stato Islamico, sia in Libia che in Somalia.

Nessun commento è stato rilasciato dal governo della Turchia, riguardo alle dichiarazioni del re. Tuttavia, una fonte vicina all’esecutivo ha accusato il re di essere diventato “il portavoce di Bashar al-Assad“.

Sempre Middle East Eye ha riportato che le forze speciali britanniche, Sas, sono state affiancate anche dalle truppe giordane nelle lotta all’Isis in Libia, almeno dall’inizio dell’anno.