Economia

Corte Ue chiude disputa tedesca: “QE entro i poteri Bce”

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La Corte di giustizia europea ha messo fine alla disputa legale sulla compatibilità del Quantitative Easing con il mandato conferito alla Banca centrale europea. Secondo i giudici della corte basata in Lussemburgo il programma di acquisti di titoli, rispondendo alla questione sollevata dalla Corte di Cassazione Federale tedesca sulla possibile violazione del divieto di finanziamento agli stati membri, “non supera il mandato della Bce”.

 
Il mandato della Bce, infatti, consiste primariamente nel raggiungimento del livello previsto di inflazione, vicino ma al di sotto del 2%. Il Qe trarrebbe legittimità dal suo scopo: non il finanziamento diretto agli stati, bensì l’obiettivo di politica monetaria. La Corte di giustizia europea, considerate già spuntate le armi dei tassi d’interesse (divenuti negativi) e gli acquisti di titoli privati, ha ritenuto che l’acquisto di titoli pubblici fosse l’ultima possibilità praticabile per rianimare il livello dei prezzi. L’altro aspetto riguarda il fatto, non di poco conto sotto il profilo legale e sostanziale, che gli acquisti di titoli avvengono sul mercato secondario, cioè quello relativo ai titoli già emessi. Così facendo, la Bce non ha fornito direttamente risorse economiche agli stati, ma ha semplicemente contribuito a ridurre i tassi d’interesse delle emissioni dei bond pubblici. Certo, è evidente come questo abbia garantito risparmi per svariati miliardi alle finanze pubbliche, seppur in via indiretta. “L’implementazione di questo programma”, scrive la Corte Ue, “non equivale all’acquisto di obbligazione sui mercati primari”, che al contrario sarebbe incompatibile con lo statuto della Bce.

 
Infine, la Corte ha smontato la critica di coloro che avevano accusato la “gestione Draghi” di aver un disincentivato la disciplina di bilancio dei governi. Secondo i magistrati europei il programma di acquisti, essendo basato sul criterio predeterminato della capital key (le quote di partecipazione nel capitale della Bce stessa), non è volto ad aiutare in modo privilegiato i Paesi in difficoltà finanziarie.