Economia

Web tax: spiraglio dagli Usa, obiettivo accordo entro luglio

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Una web tax per tutti è quello a cui aspirano gli Usa dopo che il segretario al Tesoro Janet Yellen ha annunciato il ritiro della proposta di ‘porto sicuro’ degli Stati Uniti.
Nel corso della prima riunione dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali del G20 sotto la guida dell’Italia, Yellen ha assicurato che la nuova amministrazione di Joe Biden ritirerà il veto posto dalla precedente amministrazione Trump sull’introduzione della cosiddetta clausola del «safe harbor» (porto sicuro) che avrebbe permesso alle aziende tecnologiche Usa di scegliere le nuove regole su base volontaria.

Web tax: Usa aprono ad un accordo

Una decisione che è stata accolta con favore, ed “è certamente un segnale positivo”, come ha riferito un funzionario al termine del summit. Con il ritiro della clausola, i colloqui per arrivare ad una web tax potrebbero accelerare e “l’obiettivo è quello di arrivare ad un accordo a luglio”, come ha rivelato il neo ministro dell’Economia, Daniele Franco, tenendo presente che c’è “ora una notevole convergenza tra i Paesi.

La nuova posizione presa dal governo degli Stati Uniti è molto importante. Esisteva una situazione di stallo. Il segretario Yellen ha lasciato cadere l’insistenza sulle cosiddette misure di porto sicuro. Pensiamo che questo faciliterà un accordo (…) Si discute della tassazione delle multinazionali, alcune di queste sono anche aziende digitali che operano sul web, trovata una soluzione su questo si porrà poi il problema di come calarla sulle imprese del web”, ha aggiunto sottolineando che “gli interventi unilaterali non sono ottimali e l’idea è di arrivare a una soluzione globale sulla quale stanno lavorando anche l’Ocse e il Fondo monetario internazionale, speriamo si trovi entro la metà di quest’anno (…) La riforma della tassazione internazionale, “è un compito urgente perché affrontiamo delle sfide poste dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione dell’economia e il G20 porterà avanti il lavoro compiuto per raggiungere una soluzione globale e basata sul consenso entro la metà del 2021”.

Tuttavia la strada è lunga come ha osservato Franco.

Molti Paesi si sono detti a favore di una soluzione globale ma il diavolo sta nei dettagli e passare da un accordo sulle linee guida a uno dettagliato con i tanti aspetti piccoli e grandi da definire non sarà una passeggiata, e la soluzione non facilissima”.