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Borsa Usa, un altro fondo ribassista è finito in trappola

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La stessa dinamica rilevata durante il rally della Borsa Usa a febbraio è tornata in gioco ieri. Una puntata multi miliardaria short (da 17 miliardi di dollari circa) sull’S&P 500 finita male ha contribuito al balzo dell’azionario a inizio 2017. Si tratta di una strategia, tornata in auge ieri, che prevede la vendita allo scoperto di diverse opzioni call sul listino azionario.

Sembra, come riferisce Charlie McElliggott, Managing Director e Head of US Cross-Asset Strategy di RBC Capital Markets, che “siamo nuovamente di fronte a un fenomeno analogo”, con un altro fondo rimasto intrappolato nel gioco degli “short gamma”. Essere “short gamma” significa in breve comprare sui massimi e vendere sui minimi. A febbraio il malcapitato era stato il fondo Hedged Futures Strategy di Catalyst Fund, finito nei guai non appena il paniere allargato della Borsa americana ha superato un livello tecnico cruciale (2.300 punti).

Le scommesse ieri si sono viste sui livelli di 2.330 e 2.370 punti dell’indice allargato, ma tutto si dovrebbe decidere nell’area di 2.400. Il mercato scoprirà presto qual è il livello di perdita massimo che il fondo in questione è in grado di assorbire, con l’indice S&P 500 che a breve è visto salire fino ai 2.400 punti se non ancora più su. I primissimi scogli da tenere d’occhio oggi sono a quota 2.380/85 punti.

Ma il vero livello spartiacque è quello di 2.425/2.450 punti. Una violazione al rialzo di tale trading range, che sarebbe anche equivalente a un nuovo massimo storico, comporterebbe rischi ingenti per chi è andato “short gamma”, un’operazione che viene effettuata nella convinzione che la Borsa si indebolirà.

Il fondo in pratica cede il diritto di comprare il sottostante al prezzo di esercizio prestabilito (strike price) prima di una certa data, allo scopo di ricevere in cambio il premio che viene accreditato sul conto del venditore la seduta successiva all’apertura della posizione sul mercato delle opzioni.

Il problema per Wall Street, come osserva McElligott, è che il balzo della Borsa è “estremamente tecnico al momento”, sostenuto dalle puntate sopra citate oltre che da qualche fattore esterno. Le trimestrali societarie positive non hanno fatto che alimentare la sensazione pericolosa che vada tutto bene e che i rialzi di mercato siano giustificati.

Questa sensazione di compiacimento e il balzo per ragioni “tecniche”, aveva avvertito lo strategist a febbraio, rischiano di “mandare un segnale falso che ha il potenziale di attirare altri acquisti” nonostante i valori eccessivamente alti della Borsa americana indichino che convenga restare prudenti. È possibile che si stia creando una sorta di bolla, aprendo uno scenario “in cui il mercato rischia di collassare sul suo stesso peso“.

Oggi per la prima volta in assoluto la capitalizzazione della Borsa Usa ha toccato i massimi a $50mila miliardi.