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Wall Street: rimbalzo predetto. E si e’ materializzato (+4,6%)

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New York – Wall Street chiude la giornata di contrattazioni in forte rialzo, all’indomani del tonfo che ha portato gli indici americani a cedere più del 4% del loro valore gli indici recuperano tutto e anche di piu’. Alle 21:50 ora Italia, il Dow Jones sale 3,95%, il Nasdaq balza +4,69% mentre lo S&P 500 cresce 4,63%, anche e ne gli ultimi 10 mesi un’ondata di vendite ha limato di almeno 1 punto e mezzo percentuale gli indici.

Forti acquisti per le banche, con JP Morgan che balza del 4,74%, Bank of America che vola più del 6% e Citigroup che avanza del 3,23%. A livello settoriale, molto bene anche i tecnologici, che guardano con favore alla trimestrale di Cisco, che porta il titolo a balzare più del 17%. Il colosso delle infrastrutture Internet ha reso noto infatti di aver riportato nel suo quarto trimestre fiscale utili per $1,2 miliardi di dollari, o 22 centesimi per azione, su un fatturato di $11,2 miliardi. I rialzi delle quotazioni del colosso scatenano acquisti sull’intero comparto tecnologico. I buy interessano così anche titoli come Hewlett-Packard (+3,35%), IBM (+2,57%), Apple (+2,26%), Intel (+3,06%), Microsoft (+3,60%), e in misura più sostenuta Jds Uniphase, che arriva a balzare del 9%, Juniper Networks (+7,79%)

Sul fronte economico, gli operatori di mercato guardano con favore alla buona notizia arrivata dal mercato del lavoro, con le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione che sono calate la scorsa settimana di 7.000 unità, a 395.000, meglio delle attese.
Al momento si ignora invece la performance negativa del deficit commerciale degli Stati Uniti, che a sorpresa è salito a 53 miliardi di dollari a giugno, deludendo le attese del consensus.

Wall Street sembra riuscire a resistere alle forti oscillazioni che hanno contraddistinto la sua performance – e in definitiva quella delle borse globali- nelle ultime due settimane. Il Dow Jones in particolare ha perso più di 500 punti in tre delle ultime cinque sessioni, sulla scia dei timori di una crisi globale che dall’Europa rischia di propagarsi al mondo intero.

Parlando poi del caso Usa, in appena 10 giorni gli investitori hanno dovuto fare i conti con l’arrivo di diverse notizie, come l’innalzamento del tetto sul debito degli Stati Uniti a pochi giorni dalla scadenza fissata il 2 agosto, il downgrade del rating sul debito Usa da S&P, l’intervento della Bce per sostenere i titoli di stato italiani e spagnoli, i nuovi record testati dall’oro e la promessa della Federal Reserve di tenere i tassi sui fed funds al minimo storico fino al 2013.

Le stesse banche americane sono state nell’occhio del ciclone. Lo scorso 13 luglio, d’altronde, la società di ricerca CLSA ha reso nota l’esposizione verso i bond italiani dei colossi bancari americani. Citigroup avrebbe partecipazioni per $12,7 miliardi , JP Morgan Chase per $12,2 miliardi.

Sul fronte valutario l euro torna a incrementare i guadagni sul dollaro e si attesta a $1,4279, salendo sullo yen a 109,6515. Forti sell off sul franco svizzero nei confronti delle principali valute. Il rapporto euro/franco vola più del 5%, a 1,0804 sulla scia di alcune dichiarazioni arrivate dalla Banca centrale svizzera.

Sul fronte delle commodities, i futures sul petrolio salgono a $83,56 il barile (+0,81%), mentre le quotazioni dell’oro rallentano la corsa e cedono l’1,21%, a $1.759,20. In rialzo i rendimenti dei Treasury a dieci anni, che salgono al 2,215%.