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Wall Street recupera sul finale, mercato ‘fiscal cliff dipendente’

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Chiusura negativa ma sopra i minimi di giornata per Wall Street. Pesa l’incertezza che domina il negoziato tra il Congresso, ancora distanti le posizioni tra Repubblicani e Democratici, e la Casa Bianca sul cosiddetto ”Fiscal Cliff (baratro fiscale)”.

Wall Street ha chiuso in calo, col Dow Jones e il Nasdaq che hanno entrambi perso lo 0,14%, il primo a 13.095,77 punti, il secondo a 2.985,91 punti. L’indice S&P500 ha ceduto lo 0,12% a 1.418,09 punti. “Nel complesso, le probabilità di trovare un compromesso last-minute stanno diminuendo rapidamente, non tutti sono disposti a scommettere che gli Stati Uniti eviteranno uk cosiddetto fiscal cliff”, ha detto Markus Huber, analista di Etx Capital.

Le forti perdite della mattinata (Dow Jones -150 punti) si sono ridimensionate dopo la divulgazione della notizia secondo cui la Camera dei Rappresentanti si riunirà domenica sera, 30 dicembre, con l’obiettivo di trovare un accordo, senza il quale dall’1 gennaio scatterebbero tagli automatici alla spesa pubblica e aumenti di tasse, che potrebbero riportare l’economia Usa in recessione.

Le agenzie di stampa Usa hanno battuto la notizia cosi’:

*U.S. HOUSE SAID TO PLAN 6:30 P.M. SESSION ON DEC. 30

La Casa Bianca, con il presidente Barack Obama rientrato dalle vacanze per un accordo last minute, ha espresso la propria preoccupazione per lo stallo del Congresso precisando di aver allo studio altre opzioni per superare lo stallo. Il presidente sarebbe sul punto di presentare al Congresso una nuova proposta per evitare il fiscal cliff. Lo riporta la Cnn precisando che si tratterebbe di un piano “ridotto”, che dovrebbe includere alcuni elementi del pacchetto già presentato dal presidente la settimana scorsa, ovvero l’estensione dei tagli fiscali per coloro che guadagnano meno di 250 mila dollari l’anno.

La giornata alla borsa di New York è stata ricca di dati macro. A partire dalle richieste settimanali dei susssidi di disoccupazione. Nella settimana chiusa il 22 dicembre, le richieste sono scese di 12 mila unità per raggiungere 350 mila, ovvero 10 mila in meno rispetto alle attese. Va detto che il dato risulta particolarmente positivo per via della chiusura degli uffici del Dipartimento del Lavoro per le festività natalizie.

Notizie negative sono invece arrivate dal fronte dei consumatori. Nel mese di dicembre è scesa oltre alle attese, attestandosi così ai minimi di quattro mesi, la fiducia dei consumatori americani. L’indice – secondo quanto rilevato dal Conference board, è sceso a 65,1 punti a dicembre dai 71,5 punti di novembre. Gli analisti si aspettavano una flessione più contenuta a 70 punti.

Per quanto riguarda invece il mercato immobiliare, il dipartimento del commercio ha fatto sapere che, nel mese di novembre, la vendita di nuove case ha segnato un aumento del 4,4% su base annuale a 377,000. Si tratta del tasso di crescita più alto dall’aprile del 2010, ma che si colloca tuttavia leggermente sotto le previsioni del mercato che puntavano a 380 mila.

In ambito valutario, l’euro/dollaro +0,11 a 1,32; dollaro/yen 0,19% a 85,5.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio salgono dello 0,009% a quota $91,09 al barile, mentre le quotazioni dell’oro salgono di 3 dollari pari a un aumento dello 0,2% a $1.664 dollari.