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Wall Street chiude mista, in rosso il Nasdaq

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NEW YORK (WSI) –  Seduta altalenante per Wall Street, che chiude la seduta odierna mista. Il Dow Jones sale dello 0,06% a 17.158 punti. L’ S&P 500 guadagna lo 0,22%, a quota 2.016 punti. Il Nasdaq scivola dello 0,24% a quota 4.891 punti. Sul Dow pesa il calo di Apple, che perde il 2,5%.

Ieri l’S&P 500 e il Nasdaq hanno registrato il peggiore inizio d’anno dal 2001 mentre per il Dow Jones è stato il peggiore dal 2008 ma nella prima parte della giornata l’indice delle 30 blue chip sembrava destinato ad archiviare il peggiore dal 1932.

Il sell-off era partito dalla Cina, dove oggi le piazze finanziarie si sono mosse tra guadagni e perdite salvo poi chiudere in calo: lo Shanghai Composite ha ceduto lo 0,26% e il piu’ piccolo Shenzhen Composite ha chiuso in ribasso dell’1,9%, bricole rispetto – nell’ordine – al quasi -7% e al -8,2% di ieri che avevano fatto scattare per la prima volta i “circuit braker” portando a una sospensione temporanea delle quotazioni.

Le autorità cinesi oggi hanno effettuato una iniezione di liquidità nel sistema bancario, la più grande da settembre, e quelle di Borsa hanno difeso l’uso dei “circuit braker” ammettendo pero’ che miglioramenti sono necessari. Dal fronte macroeconomico americano, gli spunti odierni sono scarni. Il focus e’ sul settore auto, con le vendite auto di dicembre. I risultati potrebbero fare del 2015 il migliore anno della storia del comparto.

Il petrolio è poco mosso, incapace di prendere spunto dalle tensioni geopolitiche tra Arabia Saudita e Iran. Dopo avere annunciato domenica una rottura delle relazioni diplomatiche, Riad ha messo fine al traffico aereo e ai legami commerciali chiedendo a Teheran di “agire come una nazione normale” prima di ristabilire le relazioni. Sui prezzi del greggio prevalgono le preoccupazioni per scorte mondiali in eccesso a fronte di un outlook dell’economia globale incerto. Il contratto a febbraio cede lo 0,08% a 36,73 dollari al barile.

Sul fronte societario, nel giorno in cui il presidente americano Barack Obama annuncia una serie di azioni esecutive pensate per ridurre la violenza da armi da fuoco in Usa, il produttore di armi numero uno della nazione per ricavi corre a Wall Street:  il titolo di Smith & Wesson guadagna oltre il 7% e ieri, nonostante un sell-off che ha colpito i mercati globali, ha aggiunto il 5,9% a 23,28 dollari.

È vero che in vista delle misure del presidente Usa, le vendite sono balzate a dicembre per tutto il settore in generale ma a fare correre Smith & Wesson in Borsa è il rialzo delle stime su fatturato e utili. Per il trimestre che terminerà il prossimo 31 gennaio il gruppo si aspetta vendite pari a 175-180 milioni di dollari e non più a 150-155 milioni; gli utili al netto di voci straordinarie sono attesi a 39-41 centesimi per azione, meglio dei 27-29 centesimi calcolati in precedenza.

Sotto i riflettori anche Microsoft, dopo che le autorità cinesi hanno chiesto  di fornire spiegazioni su alcune questioni importanti che sono venute alla luce da alcuni dati digitali ottenuti nell’ambito di un’indagine antitrust. L’autorità non ha esplicitato a quali questioni di riferisca, ma la richiesta sembra legata a un’indagine antitrust sul sistema operativo Windows lanciato a metà 2014.