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Wall Street, occhi puntati sulla Fed

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I principali indici azionari di Wall Street hanno aperto in modo contenuto oggi. Gli investitori sono cauti in vista della tanto attesa decisione sui tassi di interesse da parte della Federal Reserve nel corso della giornata. È ampiamente previsto che la banca centrale aumenti il ​​tasso sui Fed funds di mezzo punto percentuale al 4,25-4,50%. La decisione sarà annunciata alle 20:00 ora italiana, e sarà seguita dalla conferenza stampa del presidente Jerome Powell.

I dati di martedì hanno mostrato che i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono cresciuti al ritmo più lento in circa un anno a novembre, innescando un primo rally a Wall Street, con l’S&P 500 che è balzato fino al 2,8%, al massimo da tre mesi. L’indice di riferimento, tuttavia, ha chiuso bruscamente al di sotto del suo massimo a causa delle preoccupazioni per il mantenimento dell’aggressività della banca centrale. Andrew Slimmon, amministratore delegato di Morgan Stanley Investment Management ha affermato:

“Il mercato azionario premierà il miglioramento dell’inflazione per un po’. Sarà forse possibile evitare che la disoccupazione aumenti, ma sarà molto difficile ritornare al tasso obiettivo. Il mercato sa che gli indicatori forward come la curva dei rendimenti stanno lanciando un avvertimento che l’economia potrebbe andare incontro a un andamento più difficile in futuro, e suggerisce che potremmo anche prepararci a problemi”.

Quest’anno la banca centrale degli Stati Uniti ha alzato il tasso ufficiale di 375 punti base fino a un intervallo del 3,75-4,00% da quasi zero, gli aumenti dei tassi più rapidi dagli anni ’80.

Gli strategist di Morgan Stanley si aspettano che aumenti i tassi di altri 25 punti base alla riunione di febbraio, ma non vedono aumenti in seguito, lasciando il tasso di picco sui fondi federali al 4,625%. Al contrario, gli operatori del mercato monetario si aspettano altri due aumenti di 25 punti base il prossimo anno, portando il tasso terminale al 4,82% entro maggio 2023.

Le preoccupazioni per una recessione economica, a causa dell’inasprimento aggressivo della politica da parte della Fed e di altre importanti banche centrali, hanno martellato gli asset rischiosi come le azioni, aumentando al contempo la domanda per il dollaro rifugio.

Per l’anno, l’S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente il 15,7% e il 28%, e sono sulla buona strada per la loro peggiore performance annuale dalla crisi finanziaria del 2008.