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Wall Street in rosso, sullo S&P pesano i titoli oil

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NEW YORK (WSI) -Seduta in ribasso per Wall Street che, in assenza di dati macroeconomici, ha sofferto delle preoccupazioni per l’acuirsi della crisi in Ucraina. Il Dow Jones ha perso lo 0,41% a 16.351,25 punti, lo S&P 500è sceso dello 0,49% a 1.878 punti, subendo il peso delle vendite dei titoli oil. Male il Nasdaq che è calato dello 0,63% a 4.307,19 punti. Per il listino tecnologico si è trattato della quarta seduta di ribassi consecutivi.

Il petrolio ha chiuso in perdita: il contratto ad aprile è arretrato dell’1,34% a 99,77dollari il barile. I titoli di Stato americani hanno finito invece con il segno più il rendimento del decennale è sceso a quota 2,76% e quello del trentennale al 3,7%. Sui mercati valutari, l’euro è calato a 1,3861 dollari e il biglietto verde ha perso terreno a 102,98 yen.

Il mercato è confuso alla luce di dati odierni poco importanti ma contrastanti: da un lato, gli annunci di posti di lavoro disponibili sono cresciuti a gennaio in linea alle attese, segno della crescita della domanda di lavoratori; dall’altro le scorte di magazzino all’ingrosso sono aumentate, segno che le aziende non hanno saputo vendere beni con la velocità immaginata. Nel dettaglio, a gennaio, le scorte all’ingrosso sono aumentate sopra le stime dello 0,6% su base mensile a 521,2 miliardi di dollari. Lo ha comunicato il dipartimento del Commercio. Le stime degli analisti erano di +0,4%. Su base annua le scorte sono cresciute del 3,6%.

I gestori sembrano ancora parlare del deludente dato sulle esportazioni arrivato ieri dalla Cina e dell’Ucraina. Il ministro degli Interni di Kiev ha detto che il Paese potrebbe muovere 20.000 persone per proteggere i suoi confini dalla Russia. L’Ucraina sostiene che il Cremlino abbia quasi 19.000 soldati nella penisola di Crimea, che per domenica prossima ha organizzato un referendum per passare sotto il controllo di Mosca.

Per lo S&P 500, l’analisi tecnica rimane rialzista, ma nel lungo termine, e prevede il raggiungimento di quota 2.000 punti. Si consiglia dunque pazienza a chi ha preso posizioni nel lungo termine.

Tra i titoli, occhio al balzo di JC Penney, in rialzo +6,9% sui $9 dopo la decisione di Citigroup di alzare il rating sul titolo a “buy” da “neutral”. La banca ritiene che la società di retail centrerà le proprie stime sul fatturato di quest’anno.

A livello societario, Facebook +0,7% dopo che gli analisti hanno previsto un target sul prezzo a 12 mesi a $72,46 sull’azione, stando ai dati che sono stati compilati da Bloomberg. Il titolo ha segnato un balzo +32% da inizio anno e oscilla attorno a $72,55. Apple avanza (+1,04% a 536,29 dollari) grazie alla promozione degli analisti di Pacific Crest Securities: la raccomandazione passa a “outperform” da “market perform” con obiettivo di prezzo a 635 dollari: l’idea e’ che il titolo del gruppo californiano fara’ meglio dei competitor e il possibile lancio quest’anno dell’iPhone 6 potrebbe sostenere i prezzi.

American Eagle Outfitters ha registrato nel quarto trimestre dell’anno scrso utili in calo dell’89%: la catena di abbigliamento per teenager ha applicato forti sconti per sostenere le vendite andando a pesare sui margini. Il titolo cede il 5,07%. Boyd Gaming corre (+17,5%): l’investitore attivista Elliott Associates ha rastrellato una quota del 5% dell’operatore di hotel e casino’. Bon-Ton Stores scivola (-7,78%): la catena di negozi che vende articoli che spaziano dalla cosmetica all’arredamento soffre l’addio del suo presidente e amministratore delegato: per ragioni personali Brendan L. Hoffman non rinnovera’ il suo contratto alla scadenza del febbraio 2015.

Tonfo per Fuel Tech (-16,7%): il gruppo specializzato nella pulizia dell’aria e nella fornitura di servizi a clienti industriali non ha centrato le attese degli analisti con la sua trimestrale. Urban Outfitters soffre (-5,28%) l’allarme utili lanciato per il trimestre in corso nonostante negli ultimi tre mesi del 2013 abbia registrato utili in rialzo del 7,4%.