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Wall Street chiude la peggior seduta da inizio anno

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NEW YORK (WSI) – Chiusura col segno meno per i principali indici azionari statunitensi sui timori legati alla crescente incertezza politica in Italia e Spagna. Il Dow Jones ha perso lo 0,9% a 13.880, l’ S&P 500 l’1,13% a 1.491 punti e il Nasdaq Composite l’1,5% a 3.131 punti. Per Wall Street si è trattato della peggiore seduta da inizio dell’anno. Gli operatori hanno osservato che dopo il recente rally ci potrebbe essere una forte correzione se la tensione in Europa dovesse tornare a salire. L’indice di volatilità Vix ha segnato il maggior rialzo da inizio anno a 14,69%.

Dal fronte macroeconomico, notizie in chiaroscuro sono giunte dal dato relativo agli ordini dei beni durevoli. La domanda all’industria e’ cresciuta dell’1,8% in dicembre, facendo pero’ peggio delle attese, che erano per un rialzo del 2,3%.

Gli strategist si interrogano sul trend dei mercati azionari, dopo che lo S&P 500 ha segnato a gennaio un guadagno +5% sulla scia del compromesso che il Congresso e il presidente Barack Obama hanno raggiunto sul fiscal cliff. Gli acquisti hanno portato venerdì scorso il Dow Jones a superare quota 14.000 punti per la prima volta dal 2007: l’indice è distante di appena l’1,1% dal record di tutti i tempi.

Tra gli asset in generale, da segnalare “la fuga” dai Treasuries americani, che hanno perso -0,95% nel mese di gennaio, confermando il peggiore inizio di anno dal 2009, con gli investitori che hanno optato per asset più rischiosi. Tra i 77 strategist intervistati da Bloomberg, la media ritiene che, dopo aver testato il minimo record pari all’1,379% nel mese di luglio, i rendimenti sui Treasury decennali saliranno a circa il 2,25% alla fine del 2013.

A livello societario, riflettori puntati su Dell, che sembra ormai vicina all’addio a Wall Street. Secondo quanto riporta l’edizione online del Wall Street Journal, il produttore di personal computer sta per chiudere un’operazione da 23 miliardi di dollari, in cui Microsoft potrebbe giocare un ruolo determinante, arrivando ad investire circa 2 miliardi di dollari.

Tra i singoli titoli, focus su Chevron, dopo che UBS ha rivisto al ribasso il giudizio da “buy” a “neutral”, motivando la propria decisione con il recente rally delle quotazioni.

Giù anche Wal-Mart dopo il downgrade di JP Morgan, che ha rivisto la valutazione da overweight a neutral. Tagliato anche il target price, che è passato dal prededente $84 a $75.

Tra le altre notizie, il dipartimento di Giustizia americano e le procure statali americane hanno intenzione di intentare una causa civile contro Standard & Poor’s Rating Services per presunte violazioni nell’assegnazione delle valutazioni sui bond legati a mutui primi della crisi finanziaria scoppiata nel 2008. Come riporta il Wall Street Journal, che cita fonti informate sulla vicenda, la causa potrebbe essere depositata già questa settimana. In particolare, sotto accusa ci sarebbero i modelli utilizzati da S&P, divisione di McGraw-Hill.

In ambito valutario, l’euro -1% a $1,34; dollaro/yen +0,23% a JPY 92,93. Nonostante il dietrofront rispetto alla settimana scorsa – quando aveva superato quota $1,37 – secondo gli analisti, superato un livello cruciale, la moneta unica ha spazio per crescere ancora e testare nel breve la soglia psicologica di quota $1,38. D’altronde, le principali banche centrali mondiali, Fed e Bank of Japan, continuano a perseguire strategie di politica monetaria espansiva, a fronte di una Bce che rimane invece molto più rigida nelle sue decisioni.

I commodities, i futures sul petrolio -0,98% a $96,81 al barile, oro raggiunge $1.673l’oncia. Tassi sui Treasuries a 10 anni in rialzo oltre il 2%, al 2,037%.