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Wall Street chiude in rosso. La crisi ucraina dà ossigeno ai ribassisti

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NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude in forte calo, ma sopra i minimi, allineandosi al pessimo andamento delle borse a livello globale sui timori di una rapida escalation della crisi ucraina.A fine seduta, il Dow Jones cede lo 0,94%, a 16.186, il Nasdaq è in ribasso dello 0,72% a 4.277 punti e lo S&P 500 arretra dello 0,72%, a 1.846 punti.

Le spese al consumo migliori delle attese a gennaio non sono sufficienti per allontanare i timori legati alla crisi geopolitica in Ucraina. Il trasferimento di truppe russe in Crimea ha spinto Stati Uniti ed Europa a minacciare il presidente russo Vladimir Putin con misure che peserebbero sull’economia di Mosca. L’avversione al rischio dunque sale e beni rifugio come oro e Treasury vengono preferiti.

L’analisi tecnica rimane però rialzista anche se non sono esclusi ritracciamenti. Importante il superamento, la scorsa settimana, della importante resistenza a 1.850 punti, che lascia ora aperta la strada al raggiungimento di livelli chiave più ambiziosi come 1.900 e anche 2.000. Un supporto importante da monitorare è attorno all’area 1.760 punti.

Sul fronte macro, i redditi dei lavoratori americani sono cresciuti dello 0,3% in gennaio mentre le spese per i consumi personali sono cresciuti dello 0,4%. i dati sono migliori delle attese degli analisti che si aspettavano un rialzo dello 0,2% per i redditi e dello 0,3% per le spese. Nel mese il tasso di risparmio è rimasto invariato al 4,3%. In crescita infine dello 0,1% su mese il Pce, l’indice che misura la crescita dei prezzi dei prodotti di uso personale. Il rialzo su base annuale è invece dell’1,2%, ben al di sotto del target di lungo periodo della Fed del 2%.

Diffuso anche l’indice Pmi manifatturiero che è salito a febbraio a 57,1 punti dai 53,7 di gennaio. La lettura, in crescita rispetto ai 56,7 punti della stima flash di metà mese, è la più alta dal maggio del 2010 e sembra confermare il trend di accelerazione dell’economia americana.

I timori sull’Ucraina hanno portato gli investitori a posizionarsi soprattutto sugli asset considerati rifugio, in particolare sui Treasuries, con conseguente calo dei rendimenti, che al momento si aggirano attorno al. Tuttavia secondo un sondaggio di Bloomber, i tassi decennali sono destinati a imboccare il trend rialzista, salendo fino al 3,39% entro il 31 dicembre di quest’anno.

I Treasuries, stando ai dati riportati da Bank of America Merrill Lynch, hanno garantito un ritorno dell’1,9% quest’anno fino allo scorso 28 febbraio, recuperando in modo notevole dal calo su base annua del 3,4%, che è stato il più forte dal 2009.

Attesa questa settimana per il rapporto sull’occupazione di febbraio, che sarà reso noto venerdì 7 marzo; gli analisti di Bloomberg prevedono una creazione di +150.000 posti di lavoro, contro +113.000 a gennaio.

Tra i titoli in evidenza oggi: Tyco International ha annunciato la cessione del business della sicurezza in Corea del Sud all’operatore di private equity Carlyle Group per 1,93 miliardi di dollari. Tony Bates e Tami Reller, due manager di punta di Microsoft, hanno lasciato il gruppo, mentre Mark Penn si appresta
ad essere nominato direttore delle strategie. Canaccord Genuity ha alzato il target price di Apple a 600 da 570 dollari, confermando buy. Al Salone di Ginevra, il gruppo presenterà CarPlay, un sistema multimediale integrato nelle auto. Berkshire Hathaway ha chiuso il 2013 con un utile netto di 19,5 miliardi di dollari, in rialzo del 31%. Citigroup ha tagliato il rating di Autodesk a sell da neutral. Susquehanna ha incrementato il target price di Oracle a 45 da 40 dollari, ribadendo positive.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,28% a $1,3764; dollaro/yen -0,55% a JPY 101,24; euro/franco svizzero -0,16% a CHF 1,2123; euro/yen -0,85% a JPY 139,31.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio ha chiuso la seduta ai massimi dallo scorso settembre: il contratto ad aprile è aumentato di 2,33 dollari, il 2,3%, a 104,92 dollari il barile.

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