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Wall Street chiude in rosso e sconta l’incertezza in Europa

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New York – Wall Street riduce le perdite in chiusura, dopo aver accusato cali di quasi due punti percentuale.

Ha influito negativamente il piano da $3.600 miliardi per ridurre il deficit presentato da Obama. Le misure prevedono un incremento dell’aliquota per i ricchi, in quella che molti hanno gia’ soprannominato Buffett rule, ma anche tagli alle spese. Nel freattempo le paure circa la crisi del debito europea, dopo la riunione inconclusiva dell’Ecofin di venerdi’.

In chiusura il Dow cede 108,08 punti (-0,94%) a quota 11.401,01, il Nasdaq 9,48 punti (-0,36%) in area 2.612,83, mentre l’S&P 500 lascia sul campo 11,92 punti (-0,98%) a 1.204,09. Cancellati cosi’ buona parte dei guadagni messi a segno la settimana scorsa. Boeijng, JP Morgan, Bank of America, Citigroup e Alcoa sono le piu’ colpite tra le blue chip. Sul Nasdaq positiva Netflix.

Condizionati dai problemi europei e dai sell off che stanno attaccando le borse europee, dopo aver colpito i i mercati asiatici, i listini Usa scommettono sulle prossiume mosse della Fed. Si parla di un’operazione di rovescio del bilancio, vendendo il debito a breve e comprando il lungo.

La debolezza si fa ancora piu’ intensa in Europa, dove i titoli azionari sono vittima del panico da selloff. La riunione dell’Ecofin in Polonia non ha sortito i risultati sperati, chiudendosi con un nulla di fatto e accentuando le divisioni politiche in Ue.

Occhio anche ai rendimenti dei Treasury a dieci anni, in ribasso di 12 punti base all’1,9959% (da segnalare che il minimo assoluto è stato toccato all’1,877% lo scorso 12 settembre). Oggi il valore minimo è stato testato dai rendimenti degli yield a due anni, che sono calati fino allo 0,1512%.

“Il fattore che allarma di più è che abbiamo una serie di riunioni che si risolvono con un nulla di fatto; dunque i Treasury sono un bene rifugio naturale, in quanto si confermano il male minore”, ha commentato in una intervista a Bloomberg Marc Ostwald, strategist del mercato del reddito fisso presso Monument Securities, a Londra.

Una buona notizia sul fronte del debito Ue arriva dalle operazioni dei Brics, che attraverso l’EFSF stanno comprando bond dei paesi piu’ indebitati dell’area euro.

Moody’s intanto ha sottolineato che concludera’ la sua review sul debito italiano il mese prossimo, dopo che non e’ arrivata a una conclusione sullo status del paese entro il fine settimana, com’era previsto. Inoltre, a pesare sul sentiment, e’ la sconditta del partito del Cancelliere tedesco Angela Merkel alle elezioni comunali di Berlino.

L’esito viene interpretato negativamente dal mercato, anche se secondo alcune analisi una virata verso sinistra dell’elettorato tedesco potrebbe tradursi in un maggiore appoggio all’euro, allontanando le prospettive di un’uscita della Germania dall’unione monetaria.

In un contesto di questo tipo paga prezzo anche la moneta unica, con le puntate ribassiste che hanno raggiunto i massimi dal 2010, spingendo il cambio eurodollaro in area $1,36. La forte avversione al rischio sui mercati è testimoniata proprio dalla performance della moneta unica, che continua a perdere terreno contro tutte le valute e che continua anche a essere oggetto di forti scommesse ribassiste. La moneta unica incrementa le perdite sul dollaro a quota $1,3615.

Nessun dato economico rilevante è atteso dagli Stati Uniti, ma l’attenzione degli operatori è sulla Fed. Il Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, si riunirà domani, quando annuncerà le sue decisioni (sui tassi sono scontate) di politica monetaria dopodomani. Si spera su un nuovo piano di stimoli. Sara’ l’annuncio riguardante la durata delle misure ad attirare in particolare l’attenzione degli operatori di borsa.

Sul fronte delle commodities, i futures sul petrolio raggiungono quota $85,70 il barile, mentre le quotazioni dell’oro scendono a $1.778,9 l’oncia.