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Wall Street chiude in calo, sell per le tensioni in Iraq

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NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude in deciso ribasso con gli investitori preoccupati dalle tensioni in corso in Iraq, dove i miliziani jihadisti dell’Isis hanno preso il controllo di Mosul e Tikrit minacciando le esportazioni di petrolio dalla regione. A fine seduta, il Dow Jones perde lo 0,65% a 16.734 punti, il Nasdaq cede lo 0,78% a 4.298 punti e lo S&P 500 arretra dello 0,71% a 1.930 punti.

Nel frattempo, i titoli di Stato americani chiudono in rally con rendimenti in calo al 2,58% per il benchmark decennale e al 3,41% per il titolo con scadenza a 30 anni. Sui mercati valutari, l’euro avanza a 1,3567 dollari mentre il biglietto verde cede terreno contro lo yen a quota 101,66.

Vola il petrolio che balza ai massimi dal 18 settembre. La crisi arriva irachena arriva in un momento di prezzi gia’ alti per via della scarsita’ delle scorte globali e stime inferiori alle attese per quanto riguarda la produzione americana. Il contratto con scadenza a luglio, ha aggiunto 2,13 dollari, il 2%, a 106,53 dollari il barile, registrando il maggior rialzo percentuale in due mesi.

Tornando alla Borsa, ad alimentare la cautela una serie di dati macro deludenti. In particolare, quello deludente sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti che, in maggio, sono cresciute dello 0,3%, su base destagionalizzata e depurata dei giorni lavorativi rispetto al mese prima, a 437,65 miliardi contro il +0,7% atteso nel consensus, mentre su base annua l’incremento è del 4,3%. Come annunciato dal Dipartimento del Commercio, al netto del settore auto, il dato e’ in aumento dello 0,1% rispetto ad aprile (+0,4% le attese).

Nel frattempo, sempre a maggio i prezzi all’importazione sono saliti dello 0,1% contro attese per un +0,2% e le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono aumentate di 4.000 unità a quota 317.000 rispetto a un consensus da 310.000. Gli investitori, ieri rimasti delusi dal taglio delle stime della crescita globale da parte della Banca Mondiale, continuano a guardare alle tensioni in Iraq, che sostengono i prezzi del greggio

Ieri il Dow Jones si è fermato dopo cinque giornate consecutive di guadagni e facendo marcia indietro dai livelli record. Sempre questa settimana l’S&P 500 aveva agguantato il livello di chiusura più alto di sempre ed alcuni analisti hanno espresso preoccupazione per gli elevati livelli di trading e temono che questo insieme ai volumi bassi e alla poca volatilità possa essere l’anticamera di un nuovo calo.

“Dopo i recenti realizzi il ‘momentum’ potrebbe essere alle spalle – ha detto in una nota Andy McLevey, capo delle contrattazioni per Interactive Investor – il rally potrebbe essere finito”.

Tra i titoli in evidenza:

Intel. La Corte europea di giustizia ha respinto il ricorso del numero uno al mondo dei microprocessori contro la multa record di 1,06 miliardi di euro decisa dall’Unione europea cinque anni fa per intralcio alla concorrenza a svantaggio di Advanced Micro Devices.

Amazon.com ha ieri lanciato un servizio di musica in streaming gratuito per gli abbonati al proprio servizio “Prime”.

Goldman Sachs Group verserà 67 milioni di dollari e Bain Capital Partners 54 milioni all’interno di un contenzioso che riguarda diversi fondi di investimento.