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Wall Street ancora giù: Nasdaq -3%. S&P 500 sotto 1.900 punti

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NEW YORK (WSI) – Avvio di settimana all’insegna della vendite per Wall Street. E’ il tonfo dei titolo biotecnologici ha trascinare al ribasso i listini con l’Etf iShares Nasdaq biotechnology che segna un -6,9% sprofondando ancora di piu’ in territorio da “orso”, ossia in calo di oltre il 20% dai massimi delle ultime 52 settimane.

Nel finale: Dow (-313 punti) perde l’1,92% a 16.002 punti, il Nasdaq scende del 3,04% a 4.544 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,55% a 1.882 punti.

Il comparto biotech ha iniziato a soffrire quando la settimana scorsa la candidata democratica Hillary Clinton ha promesso di lottare contro un boom dei prezzi da parte delle aziende farmaceutiche. Valeant crolla (-17,3%) sulle notizie che i democratici premono affinche’ il gruppo sia forzato a consegnare documenti legati al rialzo di un prezzo effettuato dall’azienda a inizio anno. Tutto cio’ non fa che aggiungersi alle preoccupazioni per la tenuta dell’economia mondiale e alle incertezze legate a un ipotetico rialzo dei tassi da parte della Fed.

A nulla sono serviti i buoni dati macro arrivati sul fronte dei consumi: i dati sulle spese al consumo, cresciute ad agosto in Usa dello 0,4% sul mese prima contro attese per un incremento dello 0,3%. Il calo delle materie – accentuato dal crollo a Londra sui minimi storici del gruppo minerario Glencore per via di timori sul debito a bilancio – e’ il riflesso delle continue preoccupazioni per l’andamento dell’economia globale.

In Cina i profitti nel settore industriale ad agosto hanno registrato la maggiore contrazione dal 2011, dimostrazione della debolezza della seconda economia al mondo. Il focus in settimana sara’ sui molteplici interventi da parte di vari governatori della Federal Reserve. La speranza tra gli investitori e’ capire con certezza quando ci sara’ il primo rialzo dei tassi dal 2006.

Intanto secondo gli analisti, il Nasdaq sarebbe entrato nella cosiddetta croce della morte, ovvero la fase in cui la media degli ultimi 50 giorni è inferiore a quella degli ultimi 200 giorni. In pratica quello che sta succedendo anche allo S&P 500 e al Dow.

Tra i titoli in evidenza, Vodafone e Liberty Global hanno interrotto le trattative per uno scambio di asset in Europa. Comcast ha acquistato il 51% di Universal Studios Japan per 1,5 miliardi di dollari. Jefferies ha alzato il rating di Citigroup a “buy” da “hold” e portato il target price a 60 da 65 dollari.

Sul valutario euro sempre schiacciato sotto 1,12 dollari a quota 1,1174.

Tra le materie prime, il petrolio ha archiviato la prima giornata della settimana in forte calo. Al New York Mercantile Exchange il contratto a novembre ha perso 1,27 dollari, il 2,8%, a quota 44,3 dollari al barile.

(MT)