Economia

Voluntary disclosure bis: obiettivo è il contante

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ROMA (WSI) – Un tempo era chiamato scudo fiscale, oggi invece voluntary disclosure, ossia la procedura di collaborazione volontaria, lo strumento che consente ai contribuenti che detengono illecitamente patrimoni all’estero di regolarizzare la propria posizione denunciando spontaneamente all’Agenzia delle Entrate la violazione degli obblighi di monitoraggio.

I risultati della voluntary disclosure per il 2015 sono esaurienti: 130mila istanze presentate, 60 miliardi di capitali emersi e 4 miliardi di imposte e sanzioni applicate. In merito ai contraddittori instaurati, ad oggi è stato chiuso il 55% delle istanze presentate. L’operazione dovrà essere terminata, inderogabilmente e per legge, entro il 31 dicembre prossimo ma i numeri incoraggiano a presentare per il prossimo autunno una nuova versione della voluntary disclosure con alcuni correttivi, mirati soprattutto a far decollare l’emersione domestica e improntati ad una maggiore semplificazione. Nel bilancio del 2015 spicca l’assenza di tutto il versante italiano del nero fiscale. Ma come sarà la voluntary disclosure-bis? Come riporta Il Sole 24 Ore:

 “La soluzione di approdo più probabile sarà la riproposizione di una soglia a forfait (nella prima versione era 2 milioni di euro) con adempimenti più semplici e, soprattutto, con un’aliquota fiscale fissa. Questa, a differenza della prima versione della vd, non si applicherebbe più solo ai rendimenti del capitale immobilizzato (del resto sarebbe molto difficile farlo in relazione ai contanti detenuti in cassette di sicurezza) ma andrebbe a colpire il montante stesso. Si tratterebbe di una soluzione più penalizzante della precedente ma è pur vero che con questa sanatoria – simile ai vecchi scudi fiscali, ma solo in questa prospettiva – il contribuente potrebbe liberare e investire il denaro (e l’oro e i gioielli) oggi congelato”.

Come introdurre la nuova versione della voluntary disclosure? Qui sta il problema: esclusa la legge delega per questioni di tempo, il Governo forse interverrà con un decreto d’urgenza racchiudendo in esso tutte le tematiche fiscali più importanti tra cui appunto la collaborazione volontaria.