I pensionati del futuro? I PERENNIALS

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Articolo di Andrea Rocco, CEO Ecomatica Formazione e Consulenza & Founder di Kaidan, la prima piattaforma di formazione dedicata al consulente finanziario

Tra i tanti luoghi comuni che si basano sulle percezioni più che sulle evidenze, resiste ancora oggi quello della persona anziana, vista dai più come sola e dimessa.

Da numerose e recenti ricerche, tuttavia, emerge un contesto molto diverso. I pensionati di oggi – e soprattutto quelli del futuro – sembrano essere fatti di tutt’altra stoffa, in piena distonia con chi li vuole passivi e sedentari o al massimo interessati ad osservare gli sviluppi di qualche cantiere edile, con le braccia dietro alla schiena e lo sguardo critico, pronto al rimprovero.

In sintesi, potremmo dire che la fase di vecchiaia si contraddistinguerà sempre di più per due caratteristiche. Verrà vissuta molto più a lungo ed in modo differente rispetto agli stereotipi odierni, al punto che è già stato coniato un neologismo per definire i pensionati del futuro: perennials.

Per quanto riguarda la longevità, il tema è ormai noto e scientificamente condiviso: le aspettative di vita migliorano e genereranno una crescente presenza di centenari. L’invecchiamento è sempre più un megatrend globale, se pensiamo al fatto che nel 1990 si viveva in media fino a 64,5 anni mentre oggi siamo arrivati a 72,6 anni. In Italia questo fenomeno è ancor più virtuoso, con una speranza di vita che supera gli 80 anni per i maschi e sfiora gli 85 anni per il gentil sesso. Passeremo oltre 24 anni in terza o quarta età, secondo l’ISTAT. Un traguardo impensabile, solo qualche decennio fa.

Tuttavia, ciò che maggiormente colpisce è il diverso modo di approcciare la fase di vecchiaia.

Over 60 italiani

Partiamo da una prima indagine. Secondo l’indagine Doxa Italy Summit 2018, tra gli over 60 emergono tre aspetti:

  • Benessere psico-fisico: il 75% dichiara uno stato di salute soddisfacente, il 19% lo definisce ottimo.
  • Autonomia: l’88% svolge da solo visite ed esami, l’84% compie ogni giorno lavori quotidiani ed il 64% fa regolarmente attività fisica.
  • Compagnia: famiglia ed amici ricoprono un ruolo strategico, in particolare con figli e nipoti c’è un rapporto sempre più frequente e ricercato.

Si potrebbe obiettare che il campione di over 60 dell’indagine citata raccoglie un campione anagraficamente molto vasto, dove si mettono nello stesso calderone “giovani anziani” (come andrebbero considerati oggi molti individui appena superata la soglia dei Sessanta) e persone molti più avanti con gli anni. Tuttavia, un’altra ricerca che si concentra sugli over 65 riporta risultati ancora più sorprendenti.

Secondo la survey di BNP Paribas Cardif del 2018, infatti, i senior hanno sempre più feeling con la tecnologia e palesano una marcata dinamicità: amano viaggiare regolarmente (54,2%), prendersi cura di sé (49,1%), praticare attività sportive o culturali (45,7%) e soprattutto si ritengono capaci di invecchiare serenamente in oltre il 60% dei casi.

Fin qui tutto bello, fin troppo idilliaco. Ecco allora che diventa interessante riportare un’ultima indagine – Ipsos Global Advisors: the future of ageing – dalla quale emerge un quadro a tinte più fosche. Sebbene anche in questo caso gli intervistati indichino aspetti positivi legati alla vecchiaia, tra cui spiccano il maggior tempo da poter dedicare alla famiglia (36%) e agli hobbies (32%), emergono anche delle paure con un nome preciso: soldi e salute.

Sulla scorta di queste preoccupazioni, viene domandato al campione quali azioni ritengono necessario intraprendere per “arrivare bene” alla pensione. Le risposte indicano l’esercizio fisico coniugato ad una dieta equilibrata, ed un maggior risparmio. Le persone dunque credono opportuno accantonare maggiore ricchezza per soddisfare le esigenze della terza e quarta età.

Le trappole mentali: la “rimandite”

Tuttavia, ancora una volta dobbiamo rilevare una netta distanza tra le intenzioni e le azioni degli individui. Alla prova dei fatti, sono gli stessi intervistati ad ammettere che se da un lato riescono a rispettare gli obiettivi fisici, arrancano molto di più su quelli economici. Le trappole mentali, ancora una volta, hanno la meglio.

 

 

Lo “shortermismo”, o più volgarmente “rimandite”, blocca le persone e procrastina quei comportamenti che consentirebbero di semplificare il raggiungimento di quella serenità finanziaria così auspicata.

Secondo Shlomo Benartzi, noto economista comportamentale americano, il risparmio è percepito da molte persone come una perdita: la spesa immediata produce maggiore gratificazione. Risparmiare invece significa rivedere le scelte di consumo, e questo ha un costo cognitivo elevato. Scardinare questa impostazione è tutt’altro che semplice, ma per avere maggiori possibilità di efficacia bisogna partire da considerazioni oggettive ed incontestabili.

Il pensionato del futuro

In merito alla figura appena descritta – il pensionato del futuro o perennial – ce ne sono almeno due.

  1. Serviranno più soldi per vivere, in ogni caso. Tipicamente, più l’età avanza e più i consumi non discrezionali ricoprono un ruolo crescente nelle spese familiari; d’altra parte, il tempo reclama il suo dazio e le spese sanitarie, che in vecchiaia si presentano con maggiore frequenza, in futuro non potranno essere integralmente supportate dai sistemi di welfare pubblico, già precari. Ma se anche pensiamo ad uno scenario più sereno, sgombro da problemi di salute, abbiamo già visto come l’evidenza rileva un cambiamento nella propensione al consumo: i pensionati del futuro, se accompagnati da buona condizione fisica, spenderanno di più rispetto ai loro predecessori
  2. Dilatare l’orizzonte temporale non è una possibilità, ma una necessità. L’allungamento delle fasi di vita e la condizione del mercato del reddito fisso, nel quale i rendimenti negativi sono diventati un fattore strutturale e non più passeggero, richiedono di rivedere il classico approccio difensivo che da sempre gli italiani assumono nel confronto nell’allocazione dei risparmi. Chi si posiziona correttamente sui mercati sfruttando il fattore temporale si alleggerisce del fardello di costruire interamente da sé la propria serenità finanziaria, e trova nel tempo il migliore degli alleati

Di questo scenario ciascun consulente finanziario deve avere massima consapevolezza, in modo da poterlo condividere con i clienti.

Clienti che si divideranno in due fazioni.

Quelli che non ascolteranno i suggerimenti del proprio consulente.

E quelli che saranno felici.

 

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