Le 3 chiavi della pianificazione finanziaria

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di Federica Vitale, private banker di Fideuram ISPB

Alzi la mano chi non ha visto negli ultimi anni almeno una pubblicità che promettesse rendimenti da record in pochissimo tempo in campo finanziario. Migliaia di Guru che millantano di essersi arricchiti da un giorno all’altro promettono di insegnarvi a investire e/o speculare in borsa pagando la masterclass dove insegnano l’arte della veggenza (suppongo) perchè di lì a breve diventerete milionari partendo con 6 euro. C’è chi col trading o con le crypto o il mining si è comprato casa e macchine di lusso in un mese e ora pubblica i risultati così che anche voi possiate arricchirvi da un giorno all’altro. Tutti sanno cosa farà il mercato, tutti hanno la formula magica e non è richiesta alcuna competenza tecnica per operare in prima persona, è tutto semplicissimo. Peccato solo che NON sia VERO.

Purtroppo nessuno regala soldi, nessuno predice il mercato con certezza e la maggior parte delle volte seguendo queste apparenti “scorciatoie” scoprirete di essere stati truffati. Account fake, truffe e truffe a norma del codice civile sono all’ordine del giorno e sono tante perchè rispondono al desiderio di arricchirsi subito, incredibilmente diffuso nella nostra cultura, che ci rende le vittime perfette.

Invece, la crescita del patrimonio passa principalmente attraverso 3 fattori:

  1. la diversificazione;
  2. l’accumulazione;
  3. il tempo.

La diversificazione

Diversficazione è parola chiave e mantra nel mondo della finanza. È una strategia di gestione del rischio che prevede l’inclusione di un’ampia varietà di investimenti all’interno di uno stesso portafoglio. In questo modo gli investimenti saranno decorrelati tra loro, ovvero, non seguiranno tutti lo stesso trend. Diversificare ci permette di non assumere rischi ingenti. Scegliendo di non mettere tutte le uova nello stesso paniere, ci proteggiamo dalla volatilità del mercato e otterremo una crescita più stabile nel tempo riducendo il rischio.

Il concetto di base è che una performance positiva in un’area del portafoglio possa superare o compensare una negativa in un altra. Se da un lato rallenta la crescita nel breve periodo, dall’altro protegge i nostri capitali e avere un -20% come risultato a fine anno è molto più tragico di quanto non sia bello fare un +20%. Ciò non significa precipitarsi a comprare centinaia di asset differenti così come capita sperando che prevalga il segno positivo, si deve trovare un equilibrio consapevole tra le varie asset class per comporre una strategia di investimento bilanciata ed efficace. Un portafoglio ben diversificato offre sicurezza anche in tempi turbolenti ed è il modo migliore per raggiungere gli obiettivi finanziari di medio e lungo periodo.

Il primo obiettivo della gestione del risparmio è la protezione di questo, il secondo è la crescita.

L’accumulazione

Il secondo fattore è l’accumulazione, ovvero, la capacità di risparmiare anno dopo anno e di sfruttare i benefici dell’interesse composto. Accumulare ricchezza vuol dire mettere in atto un piano accurato e di lungo periodo sulla base di logica e di competenze reali e non teorie astruse e presunte competenze. Il giusto impiego dei mezzi a disposizione fa la differenza e l’interesse composto non fa che accelerare il processo. Ad esempio, se investo 100 a tasso fisso e alla fine del primo periodo ottengo 110 (10% tasso di interesse annuo), se non disinvesto, i prossimi interessi verranno calcolati su quel 110. È chiaro che il vantaggio sarà notevole nel lungo periodo. Funge da moltiplicatore per chi possiede già capitali e di permettere agli investitori di investire anche senza disporre di ingenti cifre come ad esempio nel Pac (di cui qui spiego il funzionamento).

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Il tempo

Il terzo fattore è il tempo, ossia la capacità di saper aspettare e avere pazienza. È un fattore emotivamente complicato da gestire, costa fatica. L’essere umano non è programmato per immaginare e pianificare un orizzonte temporale oltre i 18 mesi. Invece fa tanta differenza in termini di sicurezza e di ritorno sul capitale, pianificare a 10 anni invece che a 3. Tutte le volte che il mercato è sceso è sempre risalito. Bisogna guardare agli investimenti con distacco emotivo e temporale, ciò ci permette di agire con intelligenza. Se ci pensiamo è proprio quando i mercati scendono che si colgono le migliori occasioni. Ma gli investitori spesso non sono razionali e un’indagine americana conferma il dato stimando il declino degli investimenti a lungo termine che è passato dagli 8 anni negli anni ’50 ai 5,5 mesi di oggi. Siamo poco informati e di conseguenza molto spaventati.

I dati confermano il paradosso: negli ultimi 13 anni il mercato ha battuto ogni record di crescita. Chi avesse investito per un periodo così lungo avrebbe triplicato il patrimonio ma, nella pratica, nessuno o pochissimi lo hanno fatto. Il market timing (comprare e vendere asset in tempi brevi) è uno dei bias più potenti di cui siamo vittime. Crediamo di saperla più lunga del mercato e al primo intoppo usciamo, convinti che ci sarà un nuovo 2008 per poi rientrare a valori più alti o mai più. Questo non solo è inefficiente e inefficace, ma è anche molto frustrante emotivamente.

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Una volta che si ha un portafoglio che contiene asset di qualità, approccio di lungo periodo e comportamenti razionali faranno la performance. È importante informarsi, conoscere il contesto ed affidarsi alle persone giuste che vi seguiranno durante l’intero processo.