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Vertice fiume Ucraina: intesa ma solo su cessate il fuoco

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MINSK (WSI) – Il vertice fiume tra i leader di Ucraina, Russia, Germania e Francia non ha portato ancora a nulla di concreto a lungo termine, se non un impegno comune alla tregua delle ostilità e a rispettare la territorialità e sovranità dell’ex paese del blocco sovietico.

Il Cremlino ha distribuito alla stampa una dichiarazione congiunta dei leader in cui si specifica che si terranno altri incontri, su base regolare, per assicurare il rispetto degli accordi presi a Minsk. I leader di Germania e Francia hanno lasciato il meeting con una mini vittoria: il cessate il fuoco ottenuto, che verrà introdotto la mezzanotte del 15 febbraio.

“Abbiamo trovato un accordo sui pinti principali”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin. Da parte sua Hollande ha detto che si è trattato di un “accordo serio”, che riguarda anche il ritiro delle armi pesanti dal fronte ucraino, ma che restano ancora delle questioni in sospeso.

Dalle tredici ore di confronto a Minsk, in Bielorussia, nel meeting in formato Normandia, insomma, ci si aspettava di più. Ma viste le posizioni divergenti di Mosca e Kiev, le difficoltà delle trattative erano prevedibili. E con il ritorno del presidente Vladimir Putin, che ha preso il posto del ministro degli Esteri Sergei Lavrov, le cose potrebbero complicarsi ancora di più.

Secondo Ria Novosti al gruppo di Minsk si è unita anche la rappresentante dell’OSCE per l’Europa, Heidi Tagliavini. I capi di Stato coinvolti sperano di riuscire a rilanciare il processo di pace nell’est del paese e poter “firmare domani un accordo” vero e proprio che vada in tale direzione.

Al termine dei colloqui, il presidente ucraino, Petro Porošenko, non è sembrato ottimista, chiudendo la finestra di possibilità che il confronto diplomatico si concluda in fretta: “Purtroppo non ci sono buone notizie”.

In precedenza, alcune fonti avevano segnalato che Angela Merkel, Francois Hollande, Vladimir Putin e Petro Poroshenko avevano concluso le discussioni e concordato un documento per la soluzione del conflitto in Ucraina orientale. Ma successivamente Poroshenko era uscito dalla sala dei negoziati dicendo che le richieste russe erano “inaccettabili”.

La pressione sulle spalle delle autorità politiche aumenta. Gli scontri sanguinolenti proseguono nella parte orientale dell’ex Repubblica sovietica. Due soldati ucraini e sette civili sono stati uccisi in Ucraina orientale nelle ultime 24 ore di un conflitto che oppone le forze governative di Kiev ai ribelli filorussi.

I feriti sono 21 tra le forze armate e 14 tra i civili. Secondo le autorità locali di Donetsk, una roccaforte dei ribelli tra le vittime ci sarebbe un passante colpito ieri sera da tiri d’artiglieria che hanno centrato un ospedale. La portavoce del governo separatista Yulyana Bedilo ha comunque precisato che “non ci sono vittime all’interno dell’ospedale”.

I tiri d’artiglieria e di lanciagranate multipli Grad non si sono interrotti nella notte, principalmente a partire da zone controllate dai ribelli, secondo quanto ha constatato un giornalista dell’agenzia France Presse.
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A Bruxelle nel frattempo il Fondo Monetario Internazionale ha confermato che offrirà una niova linea di credito che prevede un programma di riforme della durata di 4 anni.

Lo ha annunciato Christine Lagarde, che ha parlato di un fondo da $17,5 miliardi. La richiesta di aiuti era stata formalmente fatta da Poroshenko tre settimane fa.

(DaC)