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Usa: repubblicani conquistano Senato. Buy sul dollaro, record su yen in oltre 5 anni

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WASHINGTON (WSI) – Era scritto nei sondaggi, e il verdetto finale ha confermato le proiezioni: nelle elezioni di midterm degli Stati Uniti, il partito repubblicano ha preso il controllo del Senato. Una dura sconfitta per il presidente americano Barack Obama. A nulla sono valsi i suoi appelli, in quello che secondo alcuni è stato un referendum su di lui. “Ripudiato”, ha titolato senza pietà il Washington Post.

Al momento si sa che il partito ha il controllo di almeno 52 seggi, quando in alcuni stati le urne sono ancora aperte. Sette stati sono stati strappati ai Democratici: North Carolina, Arkansas, Colorado, Iowa, West Virginia, Montana, South Dakota. I repubblicani sono poi riusciti a mantenere un seggio senatoriale nei due ‘swing state’ della Georgia e del Kansas, nonostante il testa a testa con gli avversari.

Confermata inoltre la maggioranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti.

Michael Strain, esperto dell’American Enterprise Institute, sottolinea comunque che “questa non è una vittoria, è solo il primo passo”. E questo perchè, “la vittoria arriverà nel momento in cui il partito dimostrerà agli americani che, detenendo la maggioranza in entrambi i rami del Congresso, riuscirà a promuovere una politica capace di riflettere i principi conservatori e allo stesso tempo ad aiutare i cittadini. Non è un compito facile, è una vera sfida”.

Sul fronte dell’impatto sui mercati Richard Hastings, macro strategist presso Global Hunter Securities, ritiene che il nuovo Senato potrebbe puntare su un maggior sviluppo del settore energetico, stimolando un’ulteriormente la produzione del gas di scisto e promuovendo maggiori trivellazioni, dando dunque meno importanza alle fonti di energia rinnovabili quali quella eolica e solare.

Intanto il dollaro si rafforza, con l’euro che cede -0,13% a $1,2528; verso lo yen +0,61% a JPY 114,27, al nuovo massimo da oltre cinque anni.

Secondo Hastings un altro obiettivo dei Repubblicani potrebbe essere anche la riforma del salario minimo. “Qualcosa sta cambiando: tradizionalmente si potrebbe pensare che un regime repubblicano non sarebbe a favore di un aumento dei salari, ma questo modello classico potrebbe non essere confermato”. E di fatto due stati tradizionalmente in mano ai Repubblicani – il Nebraska e l’Arkansas – hanno visto votare misure incentrate sull’aumento dei salari minimi a livello statale.

Gli analisti in Usa tentano anche di capire quello che potrà essere il trend di Wall Street a seguito del risultato. Julian Emanuel di UBS esamina quei casi in cui il Congresso è stato a maggioranza repubblicana e il presidente Usa democratico, concentrandosi in particolare sulle elezioni di metà mandato nel 1994, quando ci fu la “Rivoluzione Repubblicana” e alla Casa Bianca sedeva Bill Clinton. “I mercati fecero una pausa, esitarono, e poi iniziarono un rally nel 1995”. (come mostra il grafico). [ARTICLEIMAGE]
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