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Unicredit alza il velo sul piano 2023: taglierà 8 mila dipendenti e 500 filiali

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Utile a 5 miliardi al 2023, un buyback da 2 miliardi e risparmi per un miliardo da realizzare in Europa occidentale anche grazie 8mila tagli e la chiusura di 500 filiali.

I costi di integrazione saranno pari a 1,4 miliardi e saranno spesati per 300 milioni (relativi a Germania e Austria) nel quarto trimestre di quest’anno e per 1,1 miliardi (relativi all’Italia) nel 2020.

Sono questi alcuni dei numeri emersi oggi dal piano industriale 2020-2023 di Unicredit. Un piano su cui circolano da mesi indiscrezioni e su cui la banca di piazza Gae Aulenti ha alzato oggi il velo.

“Continueremo a far leva sui nostri vantaggi competitivi: la rete presente in Europa occidentale, centrale e orientale, la posizione di banca di riferimento per le Pmi Europee e l’ampia e crescente base di clienti”, ha spiegato l’ad Jean Pierre Mustier.

Vediamo nel dettaglio cosa prevede il piano industriale.

Distribuzione cedole e buyback

Il piano prevede la distribuzione da parte del gruppo bancario ai propri
azionisti di circa 8 miliardi di euro, tra cedole e riacquisto di azioni, di cui 6 miliardi rappresentati da dividendi in contanti e 2 miliardi da riacquisto di azioni proprie.
Per il 2019, si legge in una nota, il gruppo di Piazza Gae Aulenti ha deciso di raddoppiare la distribuzione di capitale prevista dal precedente piano al 40%, di cui il 10% attraverso buy-back e il 30% con dividendi.

Mustier conferma progetto subholding non quotata

UniCredit prevede una ‘evoluzione della struttura del gruppo col progetto di creare una subholding italiana e non quotata per riunire le principali controllate estere e ottimizzare i requisiti Mrel nel medio termine’. Lo ha confermato l’a.d. Jean Pierre Mustier nel corso di una conference call con le agenzie di stampa per la presentazione del nuovo piano strategico. La nuova holding dovrebbe quindi riunire tutte le controllate estere a eccezione di Irlanda e Lussemburgo.

Focus sulla crescita organica, escluse fusioni

Nessuno spazio per ora alle fusioni. La banca si concentra sulla crescita organica che la crescita organica. “Preferiamo i buyback alle fusioni. Potranno essere considerate solo piccole acquisizioni aggiuntive. Quindi, in sintesi, niente M&A e questo e’ quanto’ ha confermato Mustier, replicando a chi gli chiede se nel nuovo piano strategico al 2023 ci sia spazio per fusioni transfrontaliere.

Digitale sempre più strategico

In uno scenario di tassi d’interesse bassi, con un Euribor a tre mesi previsto a -50 punti base fino al 2022 e a -40 punti base nel 2023, Unicredit prevede quindi che i suoi ricavi crescano in media dello 0,8% l’anno, salendo a 19,3 miliardi.
L’istituto punta a “una crescita della clientela mediante rafforzamento della leadership come banca di riferimento per le Pmi europee” e un ampliamento dei clienti privati “attraverso il miglioramento dei modelli di distribuzione e di servizio”.

In particolare, Unicredit punterà sul digitale, favorendo “il proseguimento della migrazione delle transazioni verso canali diretti”. L’impiego dei canali digitali è previsto in aumento durante il piano dal 45 per cento dei clienti nel 2018 al 60 per cento nel 2023.
“L’esperienza del cliente in filiale migliorerà e convergerà progressivamente verso quella digitale”, assicura la banca nel comunicato diffuso stamane.