Economia

Ungheria: tassi bond a record in più di due anni, valuta a minimo sull’euro

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Roma – Situazione sempre più complicata, quella dell’Ungheria, che assiste al minimo della propria valuta, il fiorino ungherese e a rendimenti dei titoli di stato che schizzano al record in due anni e mezzo.

Di fatto i mercati hanno iniziato a scommettere che le autorita’ internazionali abbandonino il paese al suo destino. Non e’ piu’ da escludere che il debito sovrano ungherese faccia default e che Budapest diventi il primo stato europeo a fare crack. In quel caso banche austriache e italiane esposte all’Ungheria sarebbero nei guai.

Il Tesoro ha offerto titoli di stato a scadenza un anno, per un valore pari a 35 miliardi contro i 45 miliardi di fiorini previsti in partenza (pari a $180 milioni). Sul mercato secondario, intanto, il rendimento sui titoli che hanno la stessa scadenza e’ salito fino all’8,8% nella giornata di ieri, al massimo dal luglio del 2009. In mattinata, la valuta nazionale si è indebolita del -1,1% attestandosi al record minimo di 324,07 per ogni euro.

Aumentano le preoccupazioni che il Fondo Monetario Internazione e l’Unione europea non riprenderanno le trattative sull’erogazione degli aiuti. D’altronde ieri un chiaro avvertimento è tuonato dall’Europa, impaurita dalla deriva dittatoriale che ha preso il paese dell’Est Europa.

L’Ungheria ora rischia l’isolamento e azioni legali. Bruxelles lo ha sottolineato per bene: Budapest non ricevera’ aiuti finanziari nel caso in cui la nuova (e controversa) costituzione vada come sembra in contrasto con i trattati Ue.

“Abbiamo appena ricevuto la traduzione della legge e i nostri esperti legali stanno valutando se le nostre richieste sono state soddisfatte”, ha detto Olivier Bailly, portavoce della Commissione europea. Una prima relazione dovrebbe giungere già entro il fine settimana.

A novembre l’Ungheria aveva richiesto €20 miliardi in aiuti finanziari “precauzionali” all’Europa e al Fondo Monetario Internazionale.

La nuova costituzione, entrata in vigore l’1 gennaio, secondo le critiche riduce l’indipendenza della banca centrale, del sistema giudiziario e dei mezzi di informazione, allo stesso tempo aumentando i poteri del primo ministro Viktor Orbán. E nella capitale Budapest proseguono le proteste contro le nuove leggi autoritarie.

Il Presidente della Commissione José Manuel Barroso avrebbe già scambiato una serie di lettere a fine dicembre con Orbán, nelle quali il Premier ungherese viene invitato a non mettere in pericolo l’indipendenza della Banca dell’Ungheria e dei mezzi di informazione.