Economia

Un canadese alla Bank of England. Cosa cambia con Carney?

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LONDRA (WSI) – Rivoluzione nella City. A giugno arriverà un canadese alla guida della Bank of England. Il governo britannico ha deciso: dopo l’onta che poteva ridisegnare i poteri forti nello Square Mile per colpa dello scandalo Libor è il momento di cambiare rotta. La scelta è caduta su un outsider: Mark Carney, attuale governatore della Banca centrale del Canada. Sarà lui il primo straniero a guidare l’Istituto Centrale inglese nei suoi 318 anni di storia. Lo farà per i prossimi otto anni a partire da giugno.

Inizialmente si era tirato fuori dalla corsa. Poi la svolta. Ex dirigente di Goldman Sachs, il 47enne Carney è stato selezionato fra una nutrita rosa di candidati ”per la sua forte leadership e la grande esperienza internazionale di cui ha bisogno la Bank of England”, ha detto il cancelliere dello scacchiere, George Osborne. Al di là delle frasi fatte, come scritto da Sid Verma di Euromoney è lui il nuovo statista dei tempi moderni. Per almeno due motivi. Innanzitutto “rifugge da ogni etichetta, non essendo stato bollato come colomba o falco”.

Il giornalista ricorda quando “appena assunta la guida della Banca centrale del Canada tagliò i tassi appena un mese dopo la sua nomina; quando invece in Europa la Bce aveva inaugurato la stagione del rialzo dei tassi”. E adesso? L’economista Kevin Daly di Goldman Sachs si aspetta che la sua stagione alla Bank of England sia a briglie sciolte. “Ha una reputazione da politico pragmatico e innovatore”, è la sua motivazione. “Rispetto a quanto fatto da Mervyn King, Carney potrebbe essere favorevole a nuove forme di Quantitative Easing”.

Ma non solo. L’uomo nuovo della BoE non ha intenzione neanche di fare sue le indicazioni della Federal Reserve. Mentre Ben Bernanke ha stabilito che fino al 2015 i tassi resteranno bassi in America, Carney dal Canada nell’aprile 2009 ha continuato a porre l’accento sul mandato della Banca centrale: tenere sotto controllo l’inflazione, usando un linguaggio secondo l’economista Michael Woodford che ha creato aspettative sul quello che sarebbe accaduto in futuro. In poche parole: ha anticipato i tempi, giocando la carta della fiducia.