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Un buco da $870 miliardi per le banche “troppo grandi per fallire”

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NEW YORK (WSI) – Sono ben note dai tempi della crisi subprime con l’epiteto “too big to fail”, ovvero troppo grandi per fallire. Un epiteto che, come riporta un articolo di Bloomberg, si sta confermando costoso, dal momento che le autorità di regolamentazione globale, proprio al fine di giustificare la loro sopravvivenza, stanno chiedendo a questi colossi dell’alta finanza il rispetto di parametri sempre più severi. In primis, si chiede alle banche più grandi del mondo di aumehtare i titoli di debito, al fine di coprire le perdite, nel caso in cui dovessero subire un collasso.

D’altronde, dall’esame delle banche, risulta che i grandi nomi, a partire da JPMorgan Chase & Co. (JPM) a HSBC Holdings Plc potrebbero avere buchi di bilancio fino a $870 miliardi, stando alle stime elaborate da AllianceBernstein Ltd. Altre avrebbero buchi decisamente inferiori, per un valore di $237 miliardi.

Il range è ampio in quanto le proposte che arrivano dal Financial Stability Board di Basilea includono diverse opzioni sull’ammontare che le banche devono mettere a disposizione. a fronte degli asset di rischio che detengono. L’obiettivo del Board è quello di limitare il danno eventuale che l’eventuale crack di una grande banca infliggerebbe all’economia globale. Come? Di fatto, costringendo gli istituti bancari a detenere debito, da svalutare nel caso in cui si presentasse la necessità di aiutare a ricapitalizzare una banca insolvente.

Proprio il prossimo mese l’FSB – formato da banchieri centrali e autorità di regolamentazione di tutto il mondo – presenterà le sue regole in occasione del summit del G20 che si terrà a Brisbane,in Australia. La sua richiesta è rivolta alle 27 principali banche al mondo: si chiede a essere di detenere debiti capaci di assorbire eventuali perdite e equity per una percentuale che va dal 16% al 20% delle loro attività ponderate per il rischio (RWA). Tuttavia tali percentuali potrebbero essere anche sforate: l’equity richiesto in rapporto alle RWA potrebbe salire infatti fino al 21-25% di queste, e anche oltre, per essere sicuri che la banca abbia le risorse necessarie per non scatenare una crisi sistemica con un suo eventuale collasso. Il debito richiesto ed emesso dalla banca dovrebbe inoltre essere caratteruzzato da “una maturità minima rimanente” di almeno 1 anno.

Il Board vuole poi che siano gli investitori e non i contribuenti a dover pagare in caso di crack. Ma se un crack di una “too big to fail” si presentasse oggi, il sistema sarebbe pronto a garantire la propria sopravvivenza? Non proprio. Steve Hussey, responsabile della divisione di ricerca presso gli istituti finanziari di AllianceBernstein a Londra, ritiene che la richiesta di equity-salvagente del 20% delle attività ponderate per il rischio, vedrebbe le banche, a livello globale, aver bisogno di $870 miliardi. Le banche europee avrebbero inoltre maggiori necessità rispetto a quelle americane.

Nello specifico, stando a una nota inviata ai clienti dagli analisti di Barclays, JP Morgan e Wells Fargo potrebbero dover raccogliere $127 miliardi per raggiungere la quota del 18% delle RWA. BNP Paribas SA (BNP) e HSBC potrebbero aver bisogno tra $50 miliardi a $100 billion ciascuna, mentre Banco Santander avrebbe un buco fino a $90 miliardi. Barclays dovrebbe raccogliere tra $25 miliardi a $50 miliardi.

Soltanto le banche europee, infine, stando a quanto afferma Simon McGeary, responsabile della divisione di nuovi prodotti presso Citigroup, dovranno probabilmente emettere debito senior, attraverso le società holding, per un valore complessivo di 500 miliardi di euro.