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UK: “Ue colpevole di sottrarre sovranità agli Stati membri”

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BRUXELLES (WSI) – L’Europa è colpevole di usare il proprio potere per esercitare controllo sui cittadini britannici e degli altri Paesi membri oltre i limiti consentiti.

A dirlo è il procuratore generale del Regno Unito, Dominic Grieve, il quale ha anche minacciato di intentare causa contro l’Unione Europea se continuerà a sottrarre ulteriormente potere sovrano ai singoli Stati membri in materie che non le competono.

Intervenuto davanti a una platea di avvocati e politici a Bruxelles, senza peli sulla lingua il procuratore numero uno del Regno Unito ha sferrato un attacco verbale senza precedenti alle autorità europee, dicendo che i ministri del suo Paese sono pronti ad andare anche in tribunale per impedire che la Commissione Europea continui ad espandere il suo controllo oltre le sue compotenze.

Grieve ha citato l’esempio del progetto sull’olio dell’oliva, che prevede il divieto di usare fiaschi nei ristoranti. Un piano che ha creato solamente tanta “confusione tra gli avvocati e il pubblico”, secondo il legale.

“Per dirla chiaramente, l’Ue dovrebbe fare solo quello per cui gli stati membri hanno firmato. Se non succede, la sua legittimità agli occhi degli europei viene automaticamente copromessa”.

Grieve, un conservativo liberale, non certo un euroscettico “estremista”, ha avvertito che il Regno Unito non esiterebbe a portare l’Ue in tribunale se Bruxless dovesse continuare a esercitare il suo potere senza freni.

La Commissione è stata anche accusata da Grieve di “arroganza e distaccamento dalla realtà”, quando ha cercato di alzare la paga dei funzionari Ue, una proposta poi bloccata dalla corte suprema europea.

“Come tutti noi le autorità europee dovrebbero abituarsi a ottenere il massimo con meno meszzi”. L’esito di un sondaggio condotto in Francia, Germania, Regno Unito e Polonia pubblicato il 30 novembre scorso sembra dare ragione a Grieve.

Solo il 26% dei britannici ritengono che l’Unione Europea sia una “buona cosa” per il loro Paese, rispetto al 62% dei polacchi – la cui crescita economica procede a ritmi da record – e l’oltre 50% dei tedeschi.