Economia

UK: surplus a tutti i costi. Tagli al welfare e pressione fisco in crescita

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ROMA (WSI) – Una carrellata di annunci sicuramente poco confortanti, quelli che hanno riguardato oggi l’economia UK, già alle prese con l’incubo Brexit. Il ministro delle Finanze britannico, George Osborne, ha drammaticamente rivisto al ribasso le stime di crescita, nel presentare l’outlook del paese.

In un discorso al Parlamento in cui ha parlato di un “outlook più debole” per l’economia globale, Osborne ha reso noto che le stime sulla crescita del PIL UK sono state riviste al ribasso, per il 2016, dal +2,4% al 2%; per il 2017, il taglio è stato dal +2,5% al 2,2%; infine, per gli anni successivi, la crescita è attesa a un ritmo del 2,1%, contro il +2,3% delle previsioni formulate in precedenza.

Ciò non ha impedito tuttavia al governo di Cameron di continuare a puntare sulla riduzione delle tasse, anche se le polemiche non mancheranno, visto che a fronte degli sgravi fiscali, sono pianificate nuove riduzioni del welfare.

In generale il piano di sgravi fiscali è stato confermato, e per le persone fisiche la no tax area è stata aumentata da 11.000 a 11.500 sterline. Aiuti anche a favore delle aziende, con la corporation tax, ovvero la tassa sugli utili delle aziende, che – ha promesso Osborne – sarà abbassata ulteriormente al 17%, entro l’aprile del 2020.  Come scrive il Wall Street Journal, se realizzata, la misura farà del Regno Unito il posto tra i paesi che appartengono al G20 dove si pagheranno le tasse più basse sugli utili societari. Da segnalare che negli Stati Uniti il governo federale tassa i profitti delle aziende con una tassa del 35%: contando anche le tasse imposte dagli stati, la pressione fiscale può avvicinarsi fino al 40% in alcuni casi.

Alzato anche il limite per l’imposizione di tasse più alte sulle aziende, da 18.000 sterline a ben 51.000 sterline. Ciò significa che, a partire dall’aprile del 2017, circa 600.000 aziende non pagheranno tasse sul loro business.

Tuttavia, nel 2019-20, ci sarà comunque un aumento netto delle tasse di 6,3 miliardi di sterline. Lo stesso Ufficio di Budget ha ammesso che già ora la pressione fiscale sta aumentando. Nel 2015-2016 è stata il 36,3% del Pil – secondo i laburisti si tratta del record di tutti i tempi dalla metà degli anni ’80 – e nel 2019-20 salirà al 37,5%, per permettere il raggiungimento di un surplus di 10,4 miliardi di sterline nell’anno fiscale che terminerà il 31 marzo del 2020.

Sempre in quell’anno i tagli alle spese sul welfare saranno di 1,4 miliardi di sterline, andando a colpire soprattutto il sistema di benefit dei disabili. L’aumento dell’indebitamento sarà compensato da ulteriori tagli alla spesa, che saranno di 3,5 miliardi di sterline entro il 2019-20. Osborne ha annunciato inoltre una nuova “imposta sullo zucchero”, ovvero un’imposta sulle bevande analcoliche, al fine di ridurre la piaga dell’obesità infantile: in questo caso i proventi sono attesi a 520 milioni di sterline. Tale ammontare sarà utilizzato per incrementare le attività sportive a scuola.

L’Ufficio del Budget del Regno Unito ha reso noto inoltre che il governo riuscirà a risparmiare sulle pensioni dei dipendenti pubblici ben due miliardi l’anno.

Il governo ha rivisto al rialzo il ricorso all’indebitamento per i prossimi tre anni. In particolare, nel periodo 2016-17 il Regno Unito ricorrerà a prestiti per un ammontare di 55,5 miliardi di sterline, contro i 49,9 miliardi di sterline prestiti attesi a novembre. Ancora, il ricorso ai prestiti sarà di 38,8 miliardi di sterline nel periodo 2017-18, in rialzo rispetto ai 24,8 miliardi di sterline di prestiti attesi in precedenza. E per il 2018-19, si parla di prestiti che il Regno Unito cercherà di ottenere per un valore di 21,4 miliardi di sterline, in forte balza rispetto ai 4,6 miliardi di sterline stimati.

Per il 2016-17, le stime sul deficit sono state riviste al rialzo da 49,9 miliardi a 55,5 miliardi di sterline.