Era stato il ministro delle Finanze greco durante uno dei più difficili momenti per l’intera Unione Europea, agli inizi della crisi che nel 2011 aveva messo a repentaglio la sopravvivenza dell’euro: George Papacostantinou, oggi, osserva con la stessa preoccupazione l’avanzamento degli eventi. Quest’estate la politica dovrà fronteggiare “una tempesta perfetta”, dichiara l’ex ministro durante una conferenza del Financial Times tenutasi ieri a Londra, i cui elementi saranno il ritorno della questione del debito greco unita alla crisi dei migranti.
“Non penso che noi o l’Unione Europea nel complesso abbia imparato dai seri errori del passato”, il peggiore dei quali, secondo Papacostantinou, è l’eccessiva mole di tempo che ogni volta occorre all’Europa per maturare una decisione: “I ritardi costano molti soldi”.
Dopo diversi piani di salvataggio, accompagnati a dure riforme di austerity, la sostenibilità del debito greco resta una chimera; sei anni dopo l’inizio della crisi del debito greco è lo stesso Fondo monetario internazionale (uno dei soggetti creditori, parte della famosa Troika) a definire “altamente insostenibile” l’indebitamento di Atene, invitando al “perdono” i partner che avevano preso parte al bailout. Non solo, la stessa direttrice del Fmi ha chiaramente ammesso che i risultati recessivi delle politiche economiche “suggerite” alla Grecia sono stati sottovalutati, ammettendo dunque gli errori del passato. Ma le scadenze del debito per Atene si avvicinano e rispettare gli impegni sarà assai arduo.
“Stiamo pagando per i nostri errori”, prosegue Papacostantinou, “Potremmo essere di fronte a un’altra tempesta perfetta, con la crisi dei rifugiati e il fatto che i negoziati sul debito non sono conclusi”.
Fonte: Business Insider