Turchia osservata speciale, possibile miccia per sell off emergenti

di Mariangela Tessa
7 Ottobre 2020 15:36

Turchia osservata speciale, possibile miccia per sell off emergenti

La Turchia rischia di accendere la miccia di un futuro sell off dei mercati emergenti. L’allarme arriva dagli analisti del centro Studi Bg Saxo, che sottolineano come il quadro generale caratterizzato da deterioramento macroeconomico, aumento del debito e pandemia da coronavirus stanno rendendo i mercati emergenti più inclini a ulteriori declassamenti e a un diffuso sell-off.
I tassi d’interesse vicini allo zero stanno accrescendo il rischio, piuttosto che rendere il debito dei mercati emergenti più sostenibile, spingendo i titoli di stato verso una trappola del debito.

Sotto tensione sui mercati valutari anche la lira turca che nelle scorse settimane ha toccato i minimi storici rispetto al dollaro.

In un quadro già difficile, si inserisce la questione Turchia,

“Moody’s ha deciso di declassare il rating della Turchia da B1 a B2, posizionandola al pari livello di Egitto, Ruanda e Giamaica, in seguito al deterioramento del buffer fiscale del Paese, alla crescente dollarizzazione e alla diminuzione delle riserve valutarie. L’agenzia ha evidenziato, infatti, come le riserve nette sarebbero prossime allo zero se si compensassero le passività in valuta estera e le riserve obbligatorie in lira dei creditori detenute dal Paese. Questo significa che, senza margine di manovra da parte della Turchia, in caso di maggiore volatilità del mercato si potrebbe verificare una crisi della bilancia dei pagamenti”.

Turchia osservata speciale: lira e CDS sotto pressione

Durante questo trimestre, la lira turca e i CDS hanno registrato i risultati peggiori nel mercato degli emergenti, tuttavia, come sottolineano gli esperti,

“il total return dei titoli di stato turchi denominati in dollari, che sono stati piuttosto volatili, è stato positivo, se si considera il periodo da inizio anno a oggi; come però possiamo vedere dal grafico seguente, si è mantenuto al di sotto della media del total return dei mercati emergenti”.

Cosa aspettarsi nel futuro?

“Dal nostro punto di vista, la Turchia potrebbe essere il catalizzatore per un sell-off nell’universo dei mercati emergenti, sia per i bond corporate high-yield, sia per l’azionario” spiegano gli analisti. ”
Quando guardiamo alla Turchia, vediamo un evidente deterioramento dei dati economici che può tradursi in un possibile default”.

Ma non è solo la Turchia a preoccupare.

“Pensiamo al Brasile e all’India, ma a quella lista se ne possono aggiungere molti altri. Lo stesso si potrebbe dire per alcune società, in quanto un junk bond non può sostenere a lungo un periodo di bassi ricavi in una situazione macroeconomica di stallo.
Di contro, essendo i tassi d’interesse vicini allo zero, il debito è diventato più sostenibile e, dato che l’appetito degli investitori resta elevato, le società e i governi stanno accumulando sempre più debito. Nel momento in cui il mercato capirà meglio questa situazione e chiederà rendimenti maggiori, sarà troppo tardi per i debitori, che si troveranno già dentro una trappola del debito.
Abbiamo già assistito a un improvviso aumento del rendimento richiesto dagli investitori all’asta dei T-Bill a 364 giorni delle Filippine, che sono state costrette a rifiutare le offerte. Il rischio nei mercati emergenti può essere davvero pandemico”.