
Torna a rimbalzare il bitcoin, dopo essere sceso ai minimi di tre mesi, riagganciando così quota 90 mila dollari. A far scattare gli acquisti sono state le ultime dichiarazioni del presidente Usa, Donald Trump, che ieri ha annunciato l’intenzione di creare una riserva strategica di criptovalute per gli Stati Uniti, che includerà alcune delle valute digitali più note e diffuse, come Bitcoin, Ethereum, XRP, Solana (SOL) e Cardano (ADA) con l’obiettivo coprire un ampio spettro del mercato delle criptovalute, sia in termini di capitalizzazione di mercato che di innovazione tecnologica. Maggiori dettagli sulla riserva sono attesi venerdì 7 marzo, quando Trump ospiterà il primo vertice sulle criptovalute alla Casa Bianca. In quell’occasione gli investitori proveranno a recuperare ulteriori indizi sulla direzione del piano.
Dettagli sull’annuncio
L’annuncio di Trump è stato fatto tramite Truth Social, la piattaforma di social media lanciata dal presidente stesso. In questo messaggio, l’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato l’intenzione di voler trasformare gli Stati Uniti nella “capitale mondiale delle criptovalute”, promuovendo lo sviluppo del settore digitale nel paese.
“Una riserva statunitense di criptovalute eleverà questo settore critico dopo anni di attacchi corrotti da parte dell’amministrazione Biden, ed è per questo che il mio ordine esecutivo sui beni digitali ha diretto il gruppo di lavoro presidenziale ad andare avanti su una riserva strategica di criptovalute che include XRP, SOL e ADA”, ha detto in un post su Truth Social. “Farò in modo che gli Stati Uniti diventino la capitale mondiale delle criptovalute”. “E, ovviamente, BTC ed ETH, come altre criptovalute di valore, saranno al centro della riserva”, ha detto in un post successivo. “Anch’io amo Bitcoin ed Ethereum!”.
L’annuncio ha avuto un impatto immediato sul mercato delle criptovalute: XRP ha registrato un aumento del 30-33%, mentre Solana (SOL) ha visto un incremento del 20-25%. Cardano (ADA) ha avuto un balzo ancora più significativo, con un aumento del 50-68%. Positiva anche se più contenuta la reazione del Bitcoin, salito del 10% circa fino a 94.343,82 dollari, dopo aver toccato un minimo di tre mesi sotto gli 80.000 dollari venerdì. L’Ether, che ha subito alcune delle maggiori perdite in criptovalute da un anno all’altro, ha guadagnato il 13% circa.
Implicazioni politiche ed economiche
La mossa di Trump potrebbe avere implicazioni politiche ed economiche di rilievo. Innanzitutto, segna un cambio di rotta nella politica statunitense nei confronti delle criptovalute, che fino a poco tempo fa erano viste con diffidenza da parte delle autorità regolatorie. L’idea di creare una riserva strategica suggerisce che gli Stati Uniti stanno iniziando a considerare le criptovalute come un’opzione legittima per la diversificazione delle riserve finanziarie.
Inoltre, l’annuncio potrebbe influenzare la politica monetaria e la gestione delle riserve internazionali. Se gli Stati Uniti dovessero effettivamente creare una riserva di criptovalute, ciò potrebbe spingere altri paesi a fare altrettanto, portando a una maggiore integrazione delle criptovalute nel sistema finanziario globale.
Il summit sulla criptovaluta alla Casa Bianca
Per discutere ulteriormente di questi possibili sviluppi, Trump ha annunciato che ospiterà il primo Summit sulla Criptovaluta alla Casa Bianca, venerdì 7 marzo. Questo evento è atteso con grande interesse dal settore, poiché potrebbe fornire ulteriori dettagli sulla gestione della riserva strategica e sulle future politiche statunitensi relative alle criptovalute. Tra i partecipanti ci saranno fondatori, CEO e investitori di spicco del settore crypto, nonché membri del gruppo di lavoro del Presidente sugli asset digitali.
Il summit sarà un’opportunità per i leader del settore, gli esperti finanziari e i responsabili politici di discutere le sfide e le opportunità offerte dalle criptovalute. Sarà anche un momento cruciale per comprendere come gli Stati Uniti intendono navigare nel complesso panorama regolatorio delle criptovalute, che è attualmente in evoluzione.
La reazione del settore
Reazione tiepida del settore al provvedimento. Oltre a specificare che si tratta di una scorta piuttosto che di una riserva, l’uso del termine “beni digitali” – fanno notare alcuni esperti – potrebbe includere altre criptovalute. Un’ipotesi che non piace a tutti. Molti esponenti del comparto ritengono che una riserva di criptovalute debba contenere solo bitcoin, in quanto è la più collaudata e decentralizzata delle reti di criptovalute.
Tra gli osservatori c’è chi respinge del tutto l’idea di una riserva statunitense di criptovalute, in quanto potrebbe potenzialmente minare lo status del dollaro come valuta di riserva internazionale ed essere facilmente annullata da una futura amministrazione.
“Alle prossime elezioni potrebbe arrivare una nuova amministrazione che ha bisogno di trovare denaro per pagare il debito, la previdenza sociale, ecc. Potrebbero vendere la riserva”, ha detto alla CNBC Adam Blumberg, cofondatore e vicepresidente dei servizi di consulenza di Enclave Group. “Non mi piace l’idea che il governo degli Stati Uniti, o qualsiasi altro governo, possieda l’asset più decentralizzato di sempre”, ha poi aggiunto. “Non è per questo che è stato creato. E inoltre mette troppo potere nelle mani del governo federale, che ha sempre un ciclo di 4 anni, o addirittura di 2 anni”.