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La riforma fiscale di Trump: che cosa è il “Big Beautiful Bill” approvato dalla Camera

Il nome è roboante, perfettamente in linea con il lessico iperbolico del presidente Donald Trump. Il contenuto, invece, è una proposta fiscale che potrebbe riscrivere profondamente le priorità economiche e sociali degli Stati Uniti.

Si chiama “Big Beautiful Bill” il nuovo disegno di legge presentato dai Repubblicani e che la Camera dei Rappresentanti ha approvato ieri, un piano da quasi 3.000 miliardi di dollari tra tagli fiscali e riduzioni selettive della spesa pubblica. Ora la palla passerà al Senato.

Le preoccupazioni per il costo della misura – e il suo impatto sul debito e sul deficit nazionale – hanno fatto salire i rendimenti dei titoli del Tesoro a lungo termine. Ieri, il rendimento del Treasury a 30 anni ha toccato un massimo del 5,16%, il livello più alto da ottobre 2023 mentre il tasso sul titolo a 10 anni a superato a un certo punto il 4,6%.

I punti principali

Come spiega bene Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, al centro del provvedimento c’è la proroga dei tagli fiscali introdotti nel 2017, durante il primo mandato Trump, per un valore complessivo di circa 2.700 miliardi di dollari.

La misura si accompagna a un piano di ridimensionamento della spesa pubblica che colpisce soprattutto due aree chiave del welfare americano: il piano introduce requisiti lavorativi per chi riceve Medicaid, controlli più severi sull’idoneità e tagli ai fondi per gli stati che coprono immigrati irregolari (625 miliardi risparmiati).

Si aggiungono 300 miliardi di risparmi nel programma SNAP (Supplemental Nutrition Assistance Program ovvero i cosiddetti food stamp per l’assistenza alimentare delle famiglie a basso reddito), aumentando da 54 a 64 anni l’età per cui vale l’obbligo di lavorare per ricevere aiuti alimentari.

Una manovra sbilanciata: più deficit, meno welfare

L’impatto previsto sul deficit federale è considerevole: come abbiamo detto, si parla di quasi 3.000 miliardi di dollari in più entro il 2034.

“In un contesto di debito pubblico già elevato, è un segnale chiaro che la stabilità fiscale non è più una priorità della politica statunitense”, osserva Diodovich, aggiungendo che le misure compensative sono relativamente contenute rispetto alla portata dei tagli fiscali.

Effetti dirompenti sull’economia e sui mercati

In caso di approvazione quale sarebbe l’impatto sui mercati? Per l’azionario, come evidenzia Diodovich,i tagli fiscali potrebbero rappresentare un volano per le piccole e medie imprese e per il settore finanziario. Tuttavia, aggiunge l’esperto, i tagli alla spesa sociale potrebbero penalizzare i consumi interni, colpendo in particolare i titoli del settore healthcare e dei beni di prima necessità.

Sul mercato obbligazionario, l’aumento del disavanzo comporterebbe un incremento delle emissioni di Treasury, con un conseguente aumento dei rendimenti e calo dei prezzi dei bond.

Effetto doppio sul mercato valutario: nel breve periodo – dice Diodovich –  il dollaro potrebbe rafforzarsi per via dell’afflusso di capitali attratti dai rendimenti più elevati; nel medio-lungo termine, invece, le preoccupazioni legate alla sostenibilità del debito pubblico USA potrebbero indebolire il biglietto verde.

Nel pacchetto rientra anche l’eliminazione di numerosi incentivi per l’acquisto di auto elettriche e investimenti in rinnovabili, il che rischia di avere un impatto diretto sulle aziende del settore green. Le azioni legate alla transizione energetica potrebbero subire forti ribassi, avverte Diodovich, in quanto verrebbero meno importanti leve di crescita.

Effetti sociali

L’analisi del Congressional Budget Office (CBO) sottolinea che il provvedimento allargherà il gap tra ricchi  e poveri: mentre il 10% più ricco della popolazione vedrà un aumento del proprio reddito disponibile di circa il 2%, le fasce più basse, in particolare il 10% più povero, subiranno una riduzione delle risorse pari al 4%, principalmente a causa dei tagli a Medicaid e agli aiuti alimentari.

Le critiche da parte dei Democratici sono dure. Dopo il voto, i leader di opposizione hanno definito la legge un “regalo ai ricchi” a spese dei più vulnerabili, accusando il provvedimento di “strappare assistenza sanitaria e alimentare a milioni di persone per finanziare sgravi fiscali per i benestanti”.

Il prossimo scoglio: il Senato

Nonostante l’approvazione alla Camera, il “Big Beautiful Bill” dovrà affrontare la sfida più ardua in Senato, dove la maggioranza repubblicana è più risicata e le divisioni interne potrebbero far emergere resistenze. Molte delle misure approvate potrebbero subire modifiche, in particolare su aspetti sociali e fiscali più controversi.

Resta quindi da vedere se l’agenda fiscale trumpiana, con il suo mix di tagli massicci alle tasse e riduzioni della spesa sociale, riuscirà a diventare legge e a ridefinire per la prossima decade le politiche economiche degli Stati Uniti.