Economia

Tregua fiscale, ecco come funzionano gli avvisi bonari

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Come funzionerà la tregua fiscale targata Giorgia Meloni? Un passo alla volta si inizia a definire come funzionerà la sanatoria introdotta dal nuovo esecutivo, la quale non comprenderà, unicamente, le cartelle esattoriali. Un capitolo del provvedimento è destinato agli avvisi bonari, anche se, più correttamente, questi rientreranno nel perimetro della definizione agevolata.

Giorno dopo giorno si vanno a definire i dettagli del progetto che ruota intorno alla tregua fiscale, come è stato battezzato il provvedimento che andrà a sanare alcune pendenze che i contribuenti hanno con il fisco.

Tregua fiscale, come funziona

Quando si parla di tregua fiscale, sarebbe riduttivo riferirsi unicamente alle cartelle esattoriali. Il provvedimento si riferisce anche agli avvisi bonari. Su questo punto è necessario fare un po’ di chiarezza, in modo da dare una risposta alle molteplici domande, che stanno attanagliando i contribuenti, che hanno delle pendenze ancora aperte con l’Agenzia delle Entrate.

La tregua fiscale riguarda prima di tutto la rottamazione delle cartelle esattoriali del periodo compreso tra gennaio 2000 e giugno 2022 o la cancellazione di quelle sotto i 1.000 euro fino al 2015. Ma uno dei capitoli più importanti, sicuramente, è quello che riguarda la definizione agevolata degli avvisi bonari. Fino ad oggi sono stati in pochi a dargli lo spazio che si merita: in un certo senso può sembrare un’operazione di secondo piano, almeno rispetto alla cancellazione di una cartella esattoriale vera e propria. Ma è necessario dare la dovuta importanza anche all’avviso bonario, che è la comunicazione attraverso la quale l’Agenzia delle Entrate informa il contribuente che, a seguito di un controllo effettuato sulla dichiarazione dei redditi, risultano delle imposte e dei contributi non pagati.

In altre parole, l’avviso bonario è l’atto che precede guai più seri, come possono essere le cartelle esattoriali. Il Fisco, in altre parole, avvisa il contribuente che ha sbagliato qualcosa e che, quindi, non ha pagato le tasse in maniera corretta, offrendo allo stesso la possibilità di mettersi in regola, prima di passare alle maniere forti.

Dall’avviso bonario alla cartella esattoriale

Anche se è a tutti gli effetti un avviso bonario, questo atto contiene interessi e sanzioni. Il contribuente ha commesso un errore – magari anche in buona fede – quindi deve pagare di più rispetto a quanto avrebbe dovuto pagare in origine.

Grazie alla tregua fiscale, arrivano alcuni chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate proprio sugli avvisi bonari. I contribuenti possono ottenere un vero e proprio sconto sulle sanzioni previste, che passano dal 10% al 3%. Ad essere coinvolti in questa tregua fiscale sono le dichiarazioni relative agli anni 2019, 2020 e 2021: per queste annualità è possibile ottenere una definizione agevolata degli avvisi bonari. Ovviamente ci stiamo riferendo unicamente alle dichiarazioni dei redditi per le quali l’Agenzia delle Entrate abbia messo in evidenza delle irregolarità.

La tregua fiscale permette, inoltre, di ottenere una definizione agevolata dei piani di dilazione, che nel corso del mese di gennaio 2023 sono ancora in corso: le rate trimestrali passano da otto a venti. In questo modo i contribuenti hanno più tempo per sanare la propria posizione fiscale.

Quanto si deve versare per gli avvisi bonari

Nel momento in cui il contribuente vuole sanare la propria posizione relativa agli avvisi bonari dovrà versare le differenze tra l’imposta dovuta e quella effettivamente versata. O l’intera imposta, nel caso in cui non abbia versato niente. A questa cifra dovranno essere aggiunte le spese procedurali, gli interessi e tutte le eventuali somme aggiuntive che non godono di sconti o abbuoni. Sono le sanzioni ad essere agevolate: passano dal 10% al 3% degli importi evasi.