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Trading: rumor sempre più market mover dei mercati

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*Questo documento e’ stato preparato da FXCM Forex Capital Markets. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

Legnano – E’ sufficiente guardare alle chiusure dei listini azionari europei di ieri per capire come il titolo del nostro Morning Adviser (Sentiment ancora positivo) di questa mattina sia perfino riduttivo.

Il Dax di Francoforte ha infatti terminato le contrattazioni con un +0,78%, il Cac40 di Parigi +1,53%, il Ftse 100 di Londra +1,15% e il Ftse Mib con un sorprendente +2,81%, complice anche l’ottima asta dei titoli di stato con il famigerato spread tra Btp e Bund che è caldato fino a 310 punti ai livelli più bassi dal marzo scorso.

Anche se in maniera meno marcata, anche i principali indici americani hanno ben performato attorno al mezzo punto percentuale grazie anche i dati sul Pil Usa che è salito del 2,7% per il terzo trimestre e sulle richieste dei sussidi di disoccupazione calate di 23mila unità per un numero complessivo di 393mila nella settimana scorsa.

Queste ultime release hanno di certo contribuito al clima già favorevole dei mercati ma sorge naturale chiedersi cosa effettivamente lo generi. Beh, la risposta risiede in quello che ormai rappresenta il market mover per eccellenza e che probabilmente manterrà questo ruolo ancora per alcune settimane: parliamo dell’ormai conosciuto “fiscal cliff”, ovvero sia l’effetto congiunto che scatterà automaticamente a partire dal 2013 di riduzione della spesa pubblica e termine degli sgravi fiscali varati dalla precedente amministrazione americana.

La percezione degli operatori, che poi è quella che porta alla formazione dei prezzi, è perciò non solo focalizzata su possibili sviluppi della vicenda ma anche estremamente sensibile ad essa; ogni rumour, quindi, che giunga da oltreoceano sulla possibilità di trovare un accordo – che ricordiamo essere reso più difficoltoso per il fatto che il Presidente Obama si scontra con un Congresso per metà repubblicano – piuttosto che ogni dichiarazione che instilli ottimismo per una risoluzione nei tempi previsti, genera vere e proprie ventate di ottimismo foriere di quello che noi definiamo “risk on”, cioè propensione al rischio.

Il dollaro di conseguenza viene venduto in maniera importante contro le altre major che offrono rendimenti nominali maggiori, contro le stocks e contro le materie prime.

Da un lato perciò permangono le difficoltà operative legate ad un mercato troppo concentrato sul breve periodo ed estremamente dipendente da news ed annunci vari e, dall’altro, il vantaggio di poter operare con dei meccanismi correlativi che ancora restituiscono una visione univoca dei mercati nel loro complesso.

Un discorso a parte lo merita la situazione giapponese. E’ una notizia di oggi, di cui peraltro ieri abbiamo dato anticipazione, che la Bank of Japan abbia annunciato un ulteriore pacchetto di stimoli per 880 miliardi di yen, in quello che rimane un target irrinunciabile del 2% di inflazione secondo le parole del futuro prossimi Primo Ministro supportate da quelle di Noda, l’attuale presidente in carica, che ha confermato che si proseguirà ad agire in maniera decisa nel mercato valutario per una prosecuzione del cammino di indebolimento dello yen, cruciale per la ripresa dell’economia nipponica.

Nella notte si sono infatti apprezzati movimenti interessanti sulla valuta giapponese, movimenti che andiamo ora ad analizzare. Intanto oggi potrebbero esserci delle fisiologiche prese di profitto, con gli indici che potrebbero aprire con gap ribassisti e il valutario che potrebbe correggere sui primi supporti, viste anche la contemporanea chiusura settimanale e quella mensile che porteranno riposizionamenti nei portafogli.

EurUsd

Nell’analisi di ieri accennavamo a quanto il cambio fosse rimasto molto tecnico nella sua evoluzione secondo gli indicatori da noi comunemente utilizzati. La media a 21 periodi su un time frame orario aveva accompagnato perfettamente il movimento al rialzo, ha poi fatto lo stesso con quello al ribasso e poi ancora sul movimento bullish di ieri. La price action è stata perciò ottimamente accompagnata al target di 1,3020 e ora cerca consolidamenti proprio sopra la soglia psicologica di 1,30. In ottica di superamento della più importante resistenza statica di medio periodo, il movimento successivo potrebbe risultare ancora importante perché in area 1,3085 che troviamo il primo livello interessante, ma va posta attenzione alle false rotture tipiche di queste fasi di mercato. Sulle prese di profitto potremmo assistere a ritracciamenti in area 1,2960.

UsdJpy

Anche qui citiamo l’analisi di ieri in cui parlavamo di un movimento rialzista della notte spinto dal rialzo del Nikkei e dalle dichiarazioni della Bank of Japan a favore della debolezza della valuta domestica. I possibili segnali di inversione ieri solo paventati sono stati invalidati a favore di quei punti al rialzo che corrispondevano a 82,30, 82,60 e 82,85. Restano perciò questi ultimi due i target rialzisti di riferimento e ancora il forte 81,80 come supporto.

EurJpy

La contemporanea forza di euro e la strutturale debolezza di yen hanno fatto di questo cross uno strumento ottimo su cui poter operare al rialzo su dei buoni setup di ingresso. Il cambio si trova ora su un’importante resistenza statica corrispondente a 107,10 su livelli che risalgono alla fine di Aprile scorso. In caso di propensione al rischio potremmo assistere ad un potente breakout fino a 108 figura, mentre il supporto di questo sostenuto rialzo non va oltre il 106,20. Ma massima attenzione, ancora una volta, alle false rotture.

GbpUsd

Come descritto ieri, è stato ottimo ancora una volta per affidabilità il livello di 1,6050. Il tema è perciò ricorrente: potranno oggi avvenire rotture al rialzo o il mercato prenderà profitto sui rally dei giorni scorsi. Anche qui la violazione della soglia sopra citata potrebbe innescare movimenti di una figura ed oltre, mentre la tenuta si scontrerebbe presto con il forte supporto di 1,60 nei pressi del quale transitano le medie a 21,100,200 periodi sul grafico a 4 ore. Potrebbe perciò conformarsi un setup di triplo massimo di inversione per andare a caccia di questo livello, buono già per andare a target con un ottimi R/R (stop sopra 1,6050).

AudUsd

Il dollaro australiano mantiene una sostanziale debolezza ed il livello sostenuto di prezzo è giustificato dai tassi vantaggiosi di rollover buoni per operazioni di carry trade. La debolezza ci è stata confermata dal ribasso in de correlazione della mattinata di ieri, indicatrice per ricerca di operazioni su cambi come eur/aud e gbp/aud. Intanto guardiamo al livello attuale di 1,0440 come prima resistenza ed 1,0420 come primo supporto. Consigliabile perciò un’operatività di breve con target e stop stretti

Xau/usd

Dopo il movimento eccezionale al ribasso dell’oro dell’altroieri, abbiamo assistito a prevedibili rialzi verso le prime resistenze di 1730. Interessante su questo punto la formazione di una divergenza ribassista sul grafico orario, ottima per lavorare sui pullback della media a 21 periodi e presa di profitto a 1726 dollari l’oncia. Potrebbe poi ripartire il movimento bullish verso la resistenza a 1740.

USOil

Abbiamo assistito ad un tentativo di direzionalità per il petrolio, la cui dinamica di prezzo rimane estremamente volatile e incerta. E’ stata infatti, ieri, ben superata l’area di resistenza collocata a 87,50 con un preciso approdo a 88,50 su cui il prezzo ha poi ritracciato. 87,70 funge da ottimo supporto (media 21 sul grafico orario) per ritorni verso proprio 88,50.

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