Mercati

Tokyo calamita di capitali esteri: afflussi record sui titoli giapponesi

I mercati finanziari giapponesi hanno registrato un’affluenza record di capitali esteri nel mese di aprile, segnando un cambio di rotta nell’allocazione globale degli investitori, sempre più cauti nei confronti degli asset statunitensi. Gli asset nipponici sono stati percepiti come un porto sicuro in un contesto dominato da volatilità e incertezze: il Nikkei 225 ha chiuso il mese in rialzo dell’1%, in netta controtendenza rispetto allo S&P 500, che ha perso quasi l’1%.

Tokyo nuovo “porto sicuro”?

Ma veniamo ai numeri. Secondo i dati diffusi dal Ministero delle Finanze giapponese, il flusso netto in entrata su azioni e obbligazioni a lungo termine ha toccato quota 8,21 trilioni di yen (circa 56,6 miliardi di dollari), il dato mensile più elevato dal 1996, anno in cui è iniziata la rilevazione.

A trainare questo flusso eccezionale sarebbero state in particolare le tensioni commerciali riaccese dagli Stati Uniti con l’imposizione di dazi “reciproci” da parte dell’amministrazione Trump.

La narrativa dello “scarico USA” ha, dunque, trovato eco nei desk internazionali.

“Gli shock tariffari di Trump hanno verosimilmente modificato le aspettative degli investitori sulla performance degli asset americani, spingendo verso una diversificazione che ha incluso anche il Giappone”, ha detto Yujiro Goto, responsabile della strategia FX per il Giappone in Nomura, parlando ai microfoni della CNBC:

L’afflusso record sarebbe stato trainato in larga parte da investitori istituzionali, tra cui fondi pensione, gestori patrimoniali e compagnie assicurative, piuttosto che da operatori retail. Le obbligazioni sono state particolarmente apprezzate dai reserve manager e dai fondi previdenziali.

Corporate governance e buyback come catalizzatori

Un ulteriore elemento di attrattività del mercato nipponico riguarda le riforme sulla governance d’impresa introdotte dalla Borsa di Tokyo nel marzo 2023. Il programma “comply or explain”, che impone alle società con un rapporto prezzo/valore contabile inferiore a uno di giustificare la propria strategia o di adeguarsi, ha incentivato politiche di maggiore attenzione agli azionisti. Ciò – secondo alcuni analisti – avrebbe contribuito a un’impennata dei buyback, rafforzando gli utili per azione e sostenendo le quotazioni.

Anche la dinamica valutaria gioca a favore del mercato giapponese. Nonostante il recente rafforzamento del dollaro, l’ipotesi di una sua nuova debolezza e di un apprezzamento dello yen rende gli asset nipponici ancora appetibili, soprattutto in una fase di ripresa economica del Giappone.

Come sintetizzato da Rami Sidani, Head of Frontier Investments di Schroders (citato dalla CNBC), sebbene sia improbabile rivedere afflussi mensili ai livelli record di aprile, le prospettive per il mercato giapponese rimangono robuste, sorrette da un mix favorevole di riforme strutturali, clima geopolitico incerto e mutamento delle preferenze allocative a livello globale.

Le prospettive: flussi in calo, ma l’interesse resta alto

L’eccezionalità del mese di aprile è confermata anche da Kei Okamura, Senior VP e gestore dei fondi azionari giapponesi di Neuberger Berman che, alla CNBC, ha spiegato:

“È stato un mese straordinario, che ha spinto molti investitori globali a riconsiderare l’allocazione di portafoglio rispetto agli asset USA”.

Nonostante la normalizzazione dei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina e gli accordi raggiunti con altri Paesi – come quello siglato di recente con il Regno Unito – possano attenuare l’intensità dei flussi verso Tokyo, gli analisti mantengono una visione costruttiva.

Secondo Vasu Menon, managing director della divisione investment strategy di OCBC, la credibilità degli asset americani ha subito un contraccolpo:

“La domanda per gli asset giapponesi resterà solida, anche se a livelli inferiori rispetto ad aprile”.