
Svanito l’effetto rally elettorale, Tesla sta attraversando una fase di difficoltà senza precedenti, con il titolo che ha registrato un calo per sette settimane consecutive, il periodo più lungo di ribassi nella storia quindicennale della società come azienda quotata in Borsa. Alla chiusura di venerdì, le azioni Tesla hanno toccato i 270,48 dollari, segnando un calo settimanale superiore al 10% e raggiungendo il livello più basso dal 5 novembre 2024, giorno delle elezioni presidenziali statunitensi, quando il titolo aveva chiuso a 251,44 dollari. Dal picco di quasi 480 dollari raggiunto il 17 dicembre 2024, Tesla ha perso oltre 800 miliardi di dollari in capitalizzazione di mercato. Da inizio anno, le azioni hanno lasciato sul terreno il 37% circa.
Le cause della debolezza
La situazione attuale riflette una combinazione di fattori che stanno mettendo sotto pressione l’azienda guidata da Elon Musk. Da un lato, vi sono preoccupazioni legate ai fondamentali dell’azienda, come il calo delle vendite di veicoli elettrici e i problemi di produzione. Un dato che non è certo sfuggito agli analisti. Diverse banche d’investimento, citando hanno recentemente rivisto al ribasso i loro target di prezzo per Tesla. Bank of America, ad esempio, ha ridotto il suo obiettivo da 490 a 380 dollari, rimarcando la diminuzione di immatricolazioni e la mancanza di aggiornamenti significativi da parte di Musk su un modello a basso costo. Anche Goldman Sachs ha abbassato il proprio target, portandolo da 345 a 320 dollari e sottolineando come le vendite nei primi due mesi del 2025 siano calate in mercati chiave come Europa, Cina e alcune aree degli Stati Uniti.
Un altro elemento che pesa sulle performance di Tesla è la crescente concorrenza nel settore dei veicoli elettrici. In particolare, in Cina – uno dei mercati più strategici per l’azienda – i concorrenti offrono funzionalità avanzate di guida autonoma senza costi aggiuntivi per il software, una strategia che sta mettendo sotto pressione Tesla e il suo sistema Full Self-Driving (FSD), venduto come opzione premium negli Stati Uniti. In un mercato sempre più competitivo, la società di Musk mostra sta erodendo la posizione dominante dell’azienda in un mercato sempre più affollato.
Tuttavia, le difficoltà non si limitano agli aspetti tecnici e commerciali. A complicare ulteriormente la situazione è l’impatto delle scelte politiche e personali di Elon Musk. Il CEO di Tesla è recentemente entrato a far parte dell’amministrazione Trump come consigliere e leader del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), un ruolo che lo vede impegnato nella riduzione della spesa pubblica e della burocrazia federale. La sua vicinanza al presidente Trump e le sue dichiarazioni controverse sui social media stanno alimentando sentimenti negativi nei confronti sia della sua figura che del marchio Tesla. In Europa e negli Stati Uniti non sono mancate e proteste contro l’azienda e persino atti vandalici presso alcune strutture produttive.
Anche gli analisti più ottimisti stanno riconoscendo l’impatto delle scelte politiche di Musk sulla percezione del marchio Tesla da parte dei consumatori e degli investitori. Persino testate storicamente favorevoli all’azienda, come Cleantechnica, hanno recentemente sollevato dubbi etici sul futuro della leadership di Musk. Tant’è che in un editoriale pubblicato giovedì scorso, la testata ha persino sollevato la questione se sia giunto il momento di considerare la rimozione di Musk dalla carica di CEO. L’autore ha espresso preoccupazione per il fatto che la visione iniziale di Musk per Tesla si sia deteriorata in una serie di scenari fantasiosi e progetti incompleti. Questa critica è accompagnata da un crescente scetticismo sul futuro dell’azienda, con molti che si chiedono se Musk possa ancora guidare Tesla verso il successo.
C’è chi vede un futuro in rosa
Nonostante le sfide attuali, molti analisti continuano comunque a credere che Tesla abbia ancora le carte in regola per riprendersi e consolidare la sua posizione nel settore dei veicoli elettrici e oltre. Tra questi, gli analisti di Wedbush Securities, che hanno inserito Tesla nella lista delle “migliori idee” d’investimento, fissando un target a 12 mesi di 550 dollari per il titolo.
Secondo gli analisti della società, il contesto politico potrebbe persino favorire Tesla nel lungo termine grazie a un ambiente normativo più favorevole allo sviluppo della guida autonoma negli Stati Uniti. Inoltre, si prevede che Musk possa tornare a concentrarsi maggiormente sulle sue aziende nella seconda metà del 2025.
Altri osservatori ritengono che Tesla stia entrando nelle prime fasi di un importante ciclo produttivo per il biennio 2025-2026. Secondo TD Cowen, questo potrebbe portare a una ripresa significativa delle vendite grazie al lancio di nuovi modelli accessibili e innovazioni come i robotaxi o i robot umanoidi destinati al lavoro industriale.