Economia

Tassa di successione, Draghi stoppa Letta: “non è il momento di prendere soldi, ma di darli”

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La proposta del segretario del Pd, Enrico Letta, di finanziare una “dote per i diciottenni” con una tassa di successione è stata stoppata a stretto giro dal premier, Mario Draghi, che ieri nella conferenza stampa di presentazione del Dl Sostegni bis, ha liquidato la proposta:

“Non ne abbiamo mai parlato, non l’abbiamo mai guardata ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli“, ha detto senza troppi giri Draghi, rispondendo a chi gli ha chiesto un commento sulla proposta di Letta di tassare i più ricchi per pagare una dote ai giovani. “Sì, vogliamo un Paese per giovani – ha aggiunto Draghi -. Certamente questo è lo scopo dell’intero Piano nazionale ripresa e resilienza”. Nel dl sostegni bis, ha sottolineato, “c’è molto per i giovani: la casa, i contratti di inserimento, l’intervento per partite Iva e il turismo. Poi nel Pnrr, oltre a investimenti e transizione ecologica, i giovani sono ovunque: c’è una clausola di condizionalità e bisognerà privilegiare donne e giovani”.

Tassa di successione: la proposta di Letta

La proposta di Enrico Letta è quella di istituire un fondo per la “generazione covid”, ovvero gli adolescenti che, anche a causa di condizioni familiari non particolarmente agiate, hanno pagato e pagheranno un prezzo alto in termini economici per la crisi derivante dalla pandemia.

“Un aiuto concreto per studio, lavoro e casa ma per essere seri non va finanziata a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all’1% più ricco del Paese di pagarla con la tassa di successione”, come ha scritto il segretario del Pd su Twitter. “Il mio sogno è trattenere i ragazzi italiani in Italia, senza però farli restare in casa con mamma e papà fino a trent’anni – è la tesi del segretario del Pd -. Il problema principale del nostro Paese è che non fa più figli. Ci vuole una dote per i giovani, finanziata con una parte dei proventi della tassa di successione, e un accesso ai mutui-abitazione anche per chi non ha genitori in grado di fornire garanzie”.

L’aiuto per la “generazione covid”, secondo la proposta del segretario del PD, sarebbe da finanziare con l’aumento della tassa di successione per i patrimoni che superano il milione di euro, in maniera progressiva (solo sopra i 5 milioni scatterebbe infatti l’aliquota massima).

Ricordiamo che nei gironi scorsi anche l’OCSE, ha indicato un aumento delle imposte di successione come possibile strumento per ridurre le diseguaglianze e la concentrazione dei grandi patrimoni ma anche per dare una boccata di ossigeno alle casse dello stato.

Le reazione dei partiti

Il primo a parlare, anzi a twittare, è Matteo Salvini che, dopo gli strappi delle scorse settimane dalla linea del governo, si dice in sintonia con il premier: “Sono pienamente d’accordo con il presidente Draghi: l’ultima cosa di cui hanno bisogno gli italiani adesso sono nuove tasse”. Sottolinea il leader della Lega: “Sono allucinato dal fatto che il segretario del partito democratico possa immaginare una nuova tassa”.

A Salvini fa eco Giorgia Meloni che sembra aprire a una collaborazione con l’esecutivo sul tema del fisco: “Bene Draghi sulla proposta di Letta sulla tassa di successione. Meno tasse e burocrazia, più libertà d’impresa: questo serve all’Italia per rialzarsi e se il Governo seguirà questa strada troverà il sostegno di Fdi”, spiega.

Molto critica anche Italia Viva che, con il capogruppo al Senato Davide Faraone, definisce la proposta del Pd “fuori dal mondo”.