Mentre la diplomazia occidentale è all’opera per disinnescare la guerra in Ucraina, sotto osservazione sono tornate e relazioni tra Cina e Taiwan. Secondo Donald Trump la Cina sarebbe in procinto di cominciare le manovre militari contro Taiwan approfittando delle tensioni internazionali tra Mosca e Kiev. “La Cina sarà la prossima” ha detto l’ex presidente degli Stati Uniti d’America, intervistato durante un programma radiofonico, annunciando che Pechino sarà la prossima potenza ad attaccare.
La Cina respinge qualsiasi tentativo di paragone o accostamento tra la crisi in Ucraina e le tensioni con Taipei.
“Taiwan non è l’Ucraina ed è sempre stata parte inalienabile del territorio cinese e questo è un fatto storico e giuridico inconfutabile”, ha detto la portavoce del ministero degli esteri Hua Chunying, riaffermando la posizione di Pechino secondo cui il tentativo di indipendenza di Taipei dalla Cina è “un vicolo cieco” e non ci devono essere “malintesi” sul punto.
La Cina rivendica la sovranità su Taiwan
“Ho notato che con la crisi in Ucraina alcune persone hanno voluto menzionare Taiwan – ha aggiunto Hua nella conferenza stampa quotidiana. Penso che alcuni dei loro commenti abbiano completamente rivelato che la loro conoscenza della storia sulla questione di Taiwan è quantomeno carente”.
Il progetto di riannettere il territorio perduto dopo la Seconda Guerra Mondiale dura da decenni ormai e proprio negli ultimi mesi, con uno scontro a distanza molto acceso tra Xi Jinping e Joe Biden è riemersa la possibilità dell’invasione cinese.
Dal canto suo, il Presidente taiwanese Tsai Ing-wen lo ha detto chiaro e tondo ancora ieri sera, mentre l’attacco all’Ucraina da parte di Putin era ormai cosa fatta:
“Dovremmo continuare a rafforzare la prontezza al combattimento delle nostre forze nello Stretto di Taiwan per garantire la nostra sicurezza. Di fronte alle forze esterne che tentano di manipolare la situazione in Ucraina e di influenzare il morale della società taiwanese, tutte le unità governative devono essere più vigili contro la guerra cognitiva“.