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Dopo le inscrizioni degli ultimi giorni, è arrivata la conferma ufficiale. Per 2,8 miliardi di dollari, tutti in contanti, la Ferrero batte la concorrenza di Hershey e si aggiudica l’attività dolciaria della Nestlé negli Stati Uniti, business che nel 2016 ha assicurato circa 900 milioni di dollari di ricavi.
Secondo indiscrezioni stampa, Ferrero sarebbe vicina all’acquisto delle barrette di cioccolato americane di Nestlé per 2,8 miliardi di dollari. Un accordo – che sempre secondo i rumors – potrebbe essere chiuso entro domenica. L’acquisizione punta a rafforzare la presenza di Ferrero negli Stati Uniti e ampliare il suo portafoglio prodotti.
Sale a due miliardi e mezzo di dollari l’offerta che la Ferrero avrebbe messo sul piatto per accaparrarsi le barrette della Nestlè.
Un’operazione da due miliardi di dollari con la quale Ferrero potrebbe diventare il terzo produttore americano di dolciumi.
Accordo garantirà ai 190 lavoratori la continuità occupazionale. Buitoni resta di proprietà Nestlè, che ne conferma la centralità all’interno del proprio portafoglio.
La Ferrero punta al business degli snack sul mercato Usa che Nestlé ha messo in vendita diversi mesi fa.
Il titolo Nestle ha chiuso in calo del 0,83% la seduta odierna: la società ha annunciato che i costi per riorganizzare il suo business, reduce da ricavi ai minimi dal 1999 nei primi 9 mesi dell’anno, toccheranno il miliardo di dollari quest’anno. Lo ha annunciato il cfo Francois-Xavier Roger raddoppiando quelli che erano i costi
Ben 364 su 850, quasi il 43% del totale: questi i posti che la multinazionale Nestlé ha intenzione di tagliare presso lo stabilimento Perugina di San Sisto.
I vertici Nestlè poco più di un anno fa avevano firmato un accordo per il rilancio del sito di Perugia che comprendeva investimenti e anche esuberi.
Il referendum catalano potrebbe avere forti ripercussioni sulle aziende nazionali e straniere visto che molte hanno concentrato le loro attività spagnole a Barcellona, motore economico della Spagna.