Economia

Superbonus 110% a rischio: fondi esauriti e stop ai crediti delle banche

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La richiesta dei bonus edilizi, Superbonus 110% in testa, è diventata ormai una corsa a ostacoli, senza alcuna garanzia di arrivare alla meta, ovvero di ottenere il credito a cui si ha diritto. Diverse le ragioni che stanno creando problemi a cittadini ma anche alle imprese coinvolte. Prima fra tutte: le richieste ad oggi sono superiori alle risorse stanziate dal Governo.

Secondo dati Enea, il valore totale delle detrazioni a carico dello Stato previste a fine lavori, lo scorso 31 maggio, toccava quota 33,7 miliardi di euro. Per la misura il governo ha però messo sul tavolo in tutto 33,3 miliardi di euro fino al 2036.

Superbonus 110%: stop delle banche

A complicare le cose, si aggiunge un nuovo stop che arriva adesso dalle banche: in molte, a cominciare da Intesa San Paolo, hanno esaurito lo spazio per acquistare altri crediti e quindi scoraggiano l’invio di nuove pratiche di cessione. Non solo: sulle pratiche già in corso, a partire dal 1 luglio, si applicheranno costi più  elevati e quindi i crediti per i consumatori finali saranno in pratica ‘svalutati’, col risultato che chi cede ad esempio un credito da 100 euro se ne vedrà rimborsare meno di 90.

La cattiva notizia per chi ha inoltrato da poco le nuove richieste di cessione del credito è arrivata con una lettera via posta: “L’elevato flusso delle richieste pervenute” di cessioni di crediti edilizi “ha purtroppo comportato l’esaurimento della nostra possibilità di compensare” tali crediti, ha scritto Banca Intesa ai suoi clienti.

Tutto dipende da un meccanismo stabilito per legge: gli operatori del mercato hanno “un vincolo di compensazione” che li obbliga ad avere crediti fiscali, come quelli edilizi, non superiori al livello di imposte e contributi versati dalla banca. Intesa, come altre banche (tra cui Bpm e Poste Italiane) ha raggiunto questo limite o sta per raggiungerlo. Di conseguenza, l’acquisizione dei crediti, già resa complicata nei mesi scorsi dai diversi limiti imposti alle cessioni multiple, si sta fermando di nuovo. Banca Intesa spiega che potrebbe “riacquistare operatività” in tale ambito “qualora il contesto normativo dovesse cambiare”.

Verso correzione delle norma?

Di qui la necessità di una nuova correzione delle norme, l’ennesima, sollecitata non solo dagli istituti di credito ma anche dalle imprese e proprietari di immobili. Senza un intervento del Governo, il rischio è che molti lavori edilizi rimangano incompiuti e che il Fisco chieda quindi indietro le risorse accordate per questi interventi.

Senza considerare poi che il Superbonus può essere richiesto ancora fino al 30 giugno 2022, con una proroga al 31 dicembre per gli interventi svolti su edifici monofamiliari che, al 30 settembre, saranno completati almeno al 30%.